Devo ammettere che questo articolo mi ha colpito, quando l'ho letto la prima volta su Internazionale di settembre (tradotto dall'Economist), perché io sono sempre stato un tipo un po' "strano", al liceo e poi all'università, sul posto di lavoro ecc.
Ho scoperto quindi con piacere che questa leggera (penso leggerissima) sindrome di Asperger che mi porto dietro e che forse a furia di sforzi cognitivi e psicologici ridurrò ai minimi termini, in realtà viene apprezzata (direi, finalmente) nel mondo delle aziende tecnologiche e finanziarie. Anzi, molti anticonformisti e "disorganizzati" sono le menti dietro le più affermate organizzazioni cresciute nel mezzo della new-new economy o in ambiti disciplinari hi-tech.
La lettura è agevole perché l'articolo è breve. In pdf, l'ho messo su Scribd:
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