Non si finisce mai di saperne di più sul video della BBC di cui ancora tanto si parla (a sproposito). Mi ero ripromesso di terminare la mia serie di post sulla questione, ma è anche vero che in rete continua il dibattito, anzi è peggiorato dopo la puntata di Santoro. Cercare su Technorati per una parola chiave come quella che ho messo io, dà solo una minima idea della massa montante di sciocchezze che si possono leggere sui blog. L'ultima che ho letto, che mi trovo a rileggere spesso nelle sue varianti è qualcosa che suona come "Guardate e diffondete più che potete perchè la verità non deve rimanere soffocata".. Tramutare la menzogna in verità: chi è che lo faceva? Non ricordo più...
Comunque, Introvigne mi segnala a sua volta ancora un altro suo articolo, Il documentario sui preti pedofili: tante bugie sul caso O'Grady, che contiene altre informazioni interessanti:
Non si tratta infatti di uno scoop della BBC ma di sequenze tratte dal film del 2006 Deliver Us from Evil (“Liberaci dal male”) della regista Amy Berg. Un film tecnicamente ben fatto, che ha ricevuto perfino una nomination per l’Oscar, ma dove il ruolo di O’Grady ha sollevato molte perplessità fra i sociologi e i criminologi che studiano i casi di pedofilia di cui sono stati protagonisti sacerdoti. Infatti la collaborazione di O’Grady con Amy Berg non è stata gratuita. È la conseguenza di un accordo con gli avvocati delle sue vittime che dopo che O’Grady era stato condannato nel 1993 a quattordici anni di reclusione hanno citato per danni in sede civile la diocesi americana di Stockton, ottenendo trenta milioni di dollari ridotti poi a sette in secondo grado. Gli avvocati che attaccano le diocesi per responsabilità oggettiva di solito lavorano secondo il principio della contingency, il che significa che una buona parte delle somme finisce nelle loro tasche, secondo accordi che per di più sono tenuti nascosti alla stampa. O’Grady si è prestato alle video-interviste degli avvocati e di Amy Berg e in cambio essi non si sono opposti al suo rilascio dal carcere dopo sette anni, accompagnato dall’espulsione dagli Stati Uniti verso la natia Irlanda, dove oggi il pedofilo è un uomo libero. Molti hanno criticato la Berg per avere collaborato con un individuo i cui crimini sono francamente ripugnanti, e le cui blande espressioni di pentimento non appaiono sincere. Ma per chi vede il documentario della BBC l’importante è capire che le dichiarazioni di O’Grady s’inquadrano in un accordo con avvocati che avevano bisogno soprattutto di sentirsi dire che il sacerdote pedofilo era stato protetto dalla Chiesa, cui speravano di spillare qualche milione di dollari.
Uno sguardo ai documenti del processo civile di secondo grado dove i danni sono stati ridotti a meno di un terzo mostra che O’Grady non la racconta del tutto giusta. Egli afferma con evidente gioia degli avvocati che il vescovo di Stockton (e oggi cardinale di Los Angeles) Roger Mahony sapeva che era un pedofilo e, nonostante questo, lo aveva mantenuto nel ministero sacerdotale. La causa racconta un’altra storia. Mahony diventa vescovo di Stockton nel 1980. Tra il 1980 e il 1984 deve occuparsi di tre casi di preti accusati di abusi sessuali su minori. Fa qualche cosa che stupirà i fan del documentario della BBC: non solo indaga, ma segnala i sacerdoti alla polizia. In due casi la polizia conferma che, dietro al fumo, c’è del fuoco: e i sacerdoti sono sospesi a divinis, cioè esclusi dal ministero sacerdotale. Nel terzo caso, quello di O’Grady, la polizia nel 1984 archivia il caso e dichiara il sacerdote innocente. Mahony si limita a trasferirlo, dopo che due diversi psicologi che lo hanno esaminato per conto della diocesi hanno dichiarato che non costituisce un pericolo. Tutti sbagliano: non solo perché già nel 1976 O’Grady aveva “toccato in modo improprio una ragazzina” (tutto si era risolto con una lettera di scuse e, contrariamente a quanto dice l’ex prete, gli avvocati non hanno potuto provare che il vescovo lo sapesse) ma perché si trattava di un soggetto pericoloso, che finirà arrestato e condannato.
aggiornamento
E segnala anche quest'altro pezzo, L'ennesima bufala: il Papa non è mai stato "incriminato" in una causa in Texas:
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