Per la categoria in cui mi ha messo il sempre inarrivabile G.B. Argano, devo inserire un post che bilanci la mia totale adesione alle pubbliche omelie di Benedetto XVI ed al Family Day. Per la seconda non ho nessun ripensamento. Se avessi potuto, ci sarei andato anch'io. Credo nella famiglia naturale come la cosa più fondante, utile, importante, e nel mio caso anche sacrosanta, di ogni ordinamento religioso o civile che sia, un mattone della società umana irrinunciabile oramai sotto attacco da ogni dove, economico, politico, sociale. Per la prima, invece, è necessario un supplemento di tessitura.
Molte altre cose, infatti, si possono aggiungere al dibattito sul "cattivissimo" Ratzinger. In rete spopola parlarne male e così mi son preso la briga di approfondire un altro argomento, tanto per capire se è vero che la blogosfera annega in un superficialismo informativo e culturale preoccupante oppure son io a pensare male...
Così, partendo da un link ad un Family Day "alternativo", ho scoperto questo blog, nel quale si parla di un'incriminazione di Ratzinger negli USA. Da qui è stato poi un attimo arrivare alla consapevolezza che su Internet ormai sta montando la versione che Ratzinger "copriva i pedofili", e si e' fatto eleggere magari per sfangarla... Un po' inverosimile, direi, ma questo video che gira su Internet da un po' e ripreso recentemente da Pandemia come esempio di volano di discussione, è un po' scioccante, guardalo e poi ne parliamo. Non mi risulta che Ratzinger abbia mai coperto questi preti malati, se non per difendere un'istituzione da una piaga che la sta aggredendo sempre più, e da dentro. I preti sono uomini, e come tutti quindi sono propensi a sbagliarsi. D'altronde, nessuno ha mai detto che sono divini. Epperò si crede che debbano essere perfetti, senza macchia nè peccato, perché loro sono preti, quindi si presume anche santi, e che ogni mancanza anche grave, anzi gravissima, debba essere subito mostrata al mondo intero, debbano essere preclusi da ogni altro incarico, giudicati, condannati senza appello, eliminati, magari anche scomunicati così rimaniamo in tema.
Beh, andiamoci piano: Ma chi l'ha detto? Dan Brown?
Mi sembra un po' strano pretenderlo: non si è mai vista nessuna struttura, società, famiglia, o ambiente di qualsiasi livello, in cui la mancanza di un componente sia subito, immediatamente, con rullo di tamburi di squillo di trombe, portata alla pubblica opinione, e da questa stessa messo alla gogna, giudicato, condannato senza appello, magari da una società affamata di mostri, e infine eliminato. Non si pretende dalla società civile ma chissà perché si pretende dalla Chiesa.
Andiamoci ribadisco, molto piano: i recenti sviluppi del caso di Rignano Flaminio, su cui Leonardo forse giustamente furoreggia, stanno lì a dimostrarci che in fondo è meglio indagare prima, che gettare persone con problemi nelle fauci di una società civile intrisa di altri problemi senza provare prima a dipanare la matassa, può essere molto scorretto. E se lo si pretende dalla società civile, lo si pretenda pure dalla Chiesa. Certamente vero è che, nel momento in cui dal sospetto si giunge alla certezza, le stesse conclusioni che portano la giustizia civile ad intraprendere azioni anche dure devono indurre la Chiesa a fare altrettanto, ovviamente con la dovuta riservatezza e nelle rispettive differenze (ad esempio togliere la persona malata dall'opportunità e dalla materiale possibilità di ripetere le proprie azioni). Ma si sa, questa ha i suoi tempi, generalmente molto lunghi.
Infine, a proposito del video, e a proposito soprattutto del documento citato, la Crimen sollicitationis che ricordo essere del 1962, e promulgato da Giovanni XXIII, ritengo opportuno riportare integralmente - insieme a un corollario di spiegazione del Diritto eccelsiastico dal blog su Espresso di Magister - questo post di Angelo Bottone:
Sulla homepage di Repubblica oggi appare un articolo che fa riferimento ad un documentario della BBC sulle tristissime vicende di abusi sessuali perpetuati da alcuni preti omossessuali irlandesi in Irlanda e negli USA.
Il documentario aveva suscitato ampie proteste quando fu trasmesso in TV perche' pieno di affermazioni sensazionalistiche e allusioni non documentate.
Nell'articolo di Repubblica si fa riferimento al Crimen Sollicitationis un documento 'segreto' (in realta' per nulla segreto visto che era pubblicato sull'Acta Apostolicae Sedis) del 1962 e afferma, falsamente, che 'garante dell'applicazione di quelle direttive fu Benedetto XVI, all'epoca dei fatti ancora cardinale Joseph Ratzinger'. Affermazione due volte falsa sia perche' nel 1962 non era parte del Sant'Uffizio ma semplicemente uno dei maggiori teologi progressisti cattolici, ne' tantomeno era cardinale (fu fatto vescovo 15 anni dopo).
Del documento in questione ne parlava correttamente John Allen, il mio vaticanista preferito, nel 2003 qui.
Perche' Repubblica abbia ripreso proprio ora questa vecchia questione mi pare ovvio: gettare discredito nei confronti dell'istituzione ecclesiale.
Vivendo in Irlanda, ho potuto seguire la triste e tragica vicenda. Questo genere di crimini non merita nessuna giustificazione, ne' si puo' minimizzare. Alcuni vescovi nel passato hanno taciuto o coperto il comportamento di alcuni dei loro preti e la Chiesa irlandese sta ancora pagando e soffrendo per questi errori.
Detto questo, la falsita' non giova a nessuno e l'articolo di Repubblica contiene falsita'.
A chi interessa la verita', puo' cominciare a documentarsi qui e qui e seguire i collegamenti suggeriti.
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