Non è bello da riconoscere, ma, temo, probabilmente un uomo non fa mai in tempo a dire al proprio padre "ti voglio bene". Almeno, non quando dovrebbe. Che aspettate: fatelo, invece.
(vicino al buon .mau.).
Non è bello da riconoscere, ma, temo, probabilmente un uomo non fa mai in tempo a dire al proprio padre "ti voglio bene". Almeno, non quando dovrebbe. Che aspettate: fatelo, invece.
(vicino al buon .mau.).
Naturalmente dispiace che "mau" non abbia più il padre, anche se nel suo post non è chiaro da quanto tempo lo ha perso.
Per quanto riguarda il dire al proprio genitore "ti voglio bene", penso che dipenda dal carattere dei figli e del tipo di rapporto che gli stessi hanno instaurato con il padre. E' vero comunque, che quando viene a mancare una persona cara, la prima cosa che si pensa è che sia morta pensando di non essere stata amata. Questo forse accade, perché pensiamo che le parole abbiano più peso delle azioni.
Io sono stato convinto del contrario, ma forse mi sbaglio.
In linea di massima, probabilmente è così, ma talvolta è proprio questa differenza, tra un dire e un non dire, che relega tutto nel campo delle ipotesi {"Mi vorrà bene?"}. Certe volte non basta il gesto, nè la somma dei gesti.
Grazie.
Andrea