Colpito da questo commento molto preciso sul cosa farà Google, al post "1Gb di innovazione" su IMlog sono arrivato al blog di Lenna, e qui sono rimasto colpito da questo inciso:
Sicchè, "all'estero" questo non succederebbe..
Intanto, su Blogcafé, Luca - Pandemia si interroga ancora sul connubio blog/business, Proserpina segnala iniziative in Puglia e Politicaonline.it propone opportunità di incontro.
Ancora un paio di segnalazioni per Gmail: questa pagina dell'Help riporta le caratteristiche, gli interventi effettuati e da effettuare sul sistema; e un nuovo sito, Gmail forums.
Ancora nulla, però, per un programmino che controlli più account Gmail in una volta sola. Servirebbe...
Dipende cosa si intende per "all'estero non succede". Cosa si intende estero? Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Germania?? Beé, c'è da dire che in questi Paesi, non vi è un evidente decadimento libertario come da noi. Non ci sono problemi di libertà d'informazione, di stampa e ancor di più non vi sono situazioni che hanno messo in serio dubbio il sistema democratico, come succede da noi in Italia da tre anni a questa parte.
E poi, se andiamo a vedere, forse negli Usa il 90% dei blog non tratta la politica, ma il blog più interessante è proprio un blog che tratta politica ed è gestito da un quindicenne e a quanto mi risulta, è preso in seria considerazione non solo dai Media, ma anche dai politici e dai partiti.
Questo in Italia non succede.
Credo che il blogging in Italia sia diventato lo specchio di quella sofferenza mediatica e sociale, che non è capace di essere colmata con i classici mezzi di comunicazione: televisione, radio e giornali.
Se in Italia, ci fosse un sistema politico normale (come succede all'estero) ed una vera democrazia dell'informazione, non solo con i mezzi tradizionali, ma anche con quelli più innovativi, forse il 90% dei blogger italiani avrebbero altro di cui scrivere.
Che in Italia ci sia una sofferenza di comunicazione politica mi sembra osservazione sacrosanta di tutto il discorso. Sono esattamente d'accordo con te quindi.
Il fatto che si sia tutti schierati a sinistra (non io, e neanche sono di destra, naturalmente ma comunque l'osservazione dell'autore della citazione era questa) è da valutare però.
Mi sembra peraltro falso giustificare il tutto perché la dialettica spontanea e rivoluzionaria del blog viene forse colta prima da chi ha idee di sinistra. Non è così, e non credo sia questo il punto. Resta inequivocabile che i blog comunque sono portatori di idee nuove, e questo può contribuire al discorso politico in maniera importante, anche se non unicamente contenutistica -... penso al classico "comizio", che resta ancora un elemento indispensabile per divulgare le proprie idee, che necessariamente deve essere "coinvolgente" e quindi fatto dal vivo e non mediato da un computer.
Secondo me molto deriva anche da come per molto e' stata vista internet, come una specie di anarchia, che ha portato anche alla creazione di piu' siti "rivoluzionari" (di sinistra nella maggior parte, dato che l'estrema destra va meno di moda).
Quindi e' anche logico (?) che la maggior parte dei blog ad indirizzo politico siano gestite da chi appartiene all'opposizione...
Almeno credo.
Beh ma anarchia non vuol dire mancanza di regole, anzi.. ;-)
Dipende da chi interpreta il termine :)
:)