Mi trovo per la seconda volta in pochi giorni a citare quel blogger perfido e impudente che risponde al nome di Duca de Gandia, questa volta interviene sulla copertina e sugli articoli apparsi sull’ultimo numero del Diario, (quello che sulla copertina recita “Maria disse si” riferendosi -sbagliando, ovviamente malignamente- alla fecondazione eterologa della madre di Gesù).
Tra le altre cose mi piace citare questo passaggio (il post è lungo ma consiglio di leggerlo tutto):
Bisogna evitare quindi, per il bene della stessa fede, che il credente accettando i dogmi della Chiesa, alimenti “un cieco fideismo che educa le persone a credere a qualsiasi cosa (e ad ubbidire a qualsiasi precetto)”.
Ma quali sono questi precetti la cui osservanza da parte dei cattolici angustia tanto per esempio chi scrive sotto lo pseudonimo Giuseppe di Spirito Santo?
Tiro ad indovinare: le indicazioni del Cardinal Ruini sull’astensione dal voto referendario?
Beh, io non andrò a votare ai referendum, soprattutto perché l’abrogazione di una legge come quella che si vuole eliminare rischia di porre le condizioni per crearne una ancora peggiore. E un po’ anche per non sottostare alle false certezze di “libertà” pronunciate da molti in questi giorni. In fondo, ritengo che su queste cose non debba esprimersi tanto la maggioranza composta dalla gente comune che, sull’argomento, non può che essersi fatta una vaga idea in base a quanto legge distrattamente in giro – quanto chi si occupa, filosoficamente, eticamente, politicamente e teologicamente di questioni molto più importanti di noi e del nostro pensiero “libero”, o “dogmatico” che sia.
3 thoughts on “Quel satanasso d’un Diario”
il post del Duca è come al solito molto garbato e graffiante.
io sono fermamente convinta, tuttavia, di votare. Vero che la gente comune ha talvolta una conoscenza solo superficiale e “capronesca” dell’argomento, ma guai, e ripeto guai, se non ci fosse il referendum a garantirci la possibilità di esprimere direttamente la nostra voce: di uomini politici, di studenti, di lavoratori, di professoroni, di caproni indifferenti.
ho letto il testo della legge e l’ho anche analizzato per motivi di studio: andrò doppiamente a votare, perché si tratta di un provvedimento molto ma molto più attaccabile di quanto si creda, sia negli intenti che nei rimedi.
a parte l’ideologia personale, che ci permette di dire sì o no ad alcune scelte fondamentali di bioetica; a parte l’istinto “laico” o “cattolico” di ciascuno; a parte gli schieramenti netti a favore dell’una o dell’altra parte in gioco, c’è comunque da dire che – al pari di molte altre leggi dello Stato, ahimé – è un provvedimento a mio avviso “ipocrita”, se mi si concede il termine.
perdonate altresì la brutalità, ma non penso che la risoluzione dei problemi etici passi per la logica del “fai ciò che vuoi, purché non lo faccia nel territorio dello Stato”…
potrei sbagliarmi, ma intanto vado a votà.
Edi, se possono essere d’accordo che i problemi etici non debbano essere “rimandati” geograficamente o moralmente, non lo sono sulla scelta di demandare al popolo, che ha senz’altro tutto il diritto di esprimere la propria opinione, la scelta su questioni di tipo etico o morale di tale importanza. L’istituto referendario è importante, ma va usato con intelligenza. Prima di tutto per una questione pratica: se, come è probabile nonostante gli inviti di Ruini, si abroga la legge, verrà rifatta dal prossimo governo. Non si può continuare ad avere un vacuum legislativo su tali punti. Secondo poi, attenzione non come cattolico ma come scelta personale, a me pare “naturalmente” inaccettabile l’eterologa, e l’utilizzo degli embrioni a “gogo” e per fare sperimentazione. Che tutto ciò, incidentalmente, coincida anche con il mio sentire religioso, non è che una allegra coincidenza, che rafforza una qualche mia coerenza interiore, ma non è un’accettazione dogmatica nè precettistica. 🙂
hm, io penso invece che il referendum sia uno strumento assai poco utilizzato; e proprio per questa ragione le persone evitano di porsi domande “profonde” a livello di etica e di scienza.
(paradossalmente e su un piano meramente teorico – in pratica avviene tutt’altro – quando esprimiamo un voto politico/amministrativo, scegliendo chi ci rappresenterà al Parlamento, in Europa o nel territorio, prendiamo forse decisioni forse ancora più importanti: demandiamo ad altri il potere di esprimere i nostri interessi, le nostre esigenze, in parte anche le nostre idee. La scelta dovrebbe essere molto più ponderata e soprattutto dovrebbe porre dilemmi non semplici)
sul fatto che poi ci sia la necessità di una legge, siamo perfettamente d’accordo: il vuoto legislativo è quanto di peggio possa esistere. Però, a mio avviso,non questa legge 😉