Il Papa ha deciso di affrontare con tutta la sua autorevolezza la questione annosa dell’aborto, perlomeno in Italia con la famigerata legge 194 ancora in discussione.
Come la penso io, è noto già da due anni quando scrissi questo post.
Oggi, leggo con piacere che le mie considerazioni buttate giù su un blog allora, coincidono con le conclusioni a cui giungono alcuni medici:
«Se il feto prematuro è vivo va rianimato».
Per chi non ha voglia di rileggersi quel mio post, la questione, a mio avviso, è chiara da qualsiasi parte la si guardi, ed ha un sapore scientifico poco propenso ad essere pretestualizato da qualsivoglia partito o crociato dell’ultima ora. Un corpo biologico che in presenza di supporto vitale (alimentazione, etc.) è in grado di rimanere in vita, è dunque vita in sé stessa, per definizione. Il corpo ospitante, nel caso voglia interrompere questa vita, si sottomette ad un principio omicida, anche qualora le definizioni di uomo e di vita in questo caso non coincidano negli interessi della vigente – e sbagliata – morale, nei tempi o nei modi.