Dopo 23 giorni 5 ore e non so quanti minuti, sono uscito dal tunnel dei Lavori. In mezzo sono stato senza bagno, senz’acqua, senza studio e senza computer primario per settimane. Ma i risultati sono ottimi e il sacrificio ne è valso la pena. (e ovviamente c’era casa di mia santa madre a supportarmi).
Approfittando del titolo che, devo dire, con indovinata metafora trovai anni fa per dei lavori di ristrutturazione, quest’anno ho ritentato l’epopea dei lavori in casa, per improcrastinabili impermeabilizzazioni nonché consolidamenti. Come sempre poi si approfitta della presenza di operai per altri piccoli interventi connessi: un pavimento da rifare, una porta da cambiare, un muro da raddrizzare, ecc.
Ho così migliorato la lista iniziale della cosiddetta teoria dei muratori che avevo stilato anni fa, con alcuni punti che ritengo utili per chi voglia seriamente inserirsi nel solco dei “Lavori a Casa”.
Innanzitutto c’è un prima, un durante e un dopo, e la regola aurea.
Regola aurea
Lasciatevi una stanza che sia chiudibile ermeticamente, e non interessata da lavori, dove possano essere riposte tutte le cose che non si devono impolverare, mobilia, vestiti, supellettili, posate, stoviglie, ecc. La chiameremo stanza A per comodità.
Prima
1) Tendaggi. Toglieteli, a meno che non vogliate buttarli, o nella migliore delle ipotesi passarli due o tre volte in lavatrice, vanno ripiegati e riposti in un luogo non interessato dai lavori, ad es. nella stanza A. Tende di qualsiasi tipo: alle finestre, alle porte, agli infissi, al lucernaio, all’abbaino.
2) Cellophane. Tanto. Incellophanare con cura qualsiasi superficie non sia interessata dai lavori: in particolare tutti i mobili e le scrivanie, la cucina, i pensili della cucina, i televisori, tutti gli apparecchi per casa, le librerie, i divani, le sedie, le sdraio ecc. Il cellophane in fogli per l’uopo si compra nelle ferramenta deve essere messo in modo da coprire tutto a parete o completamente a pavimento, usando lo scotch di carta o normale nastro adesivo. Il cellophane, a fine lavori, si ricoprirà completamente di polvere salvaguardando ciò che gli sta sotto. Ringrazierete il giorno in cui l’avete fatto.
Durante
3) Tempi. Se insieme al capomastro o all’architetto avete calcolato una certa durata di giorni per i lavori, aumentatela del 50%. Non si sfugge a questa regola empirica: se pensate che i lavori dureranno 15gg, ne dureranno in realtà 23. Se vi hanno detto 30gg. dureranno 45 e così via.
4) Impegni. Procedete con i vostri impegni secondo uno schema di massima che vi lasci totalmente liberi almeno durante la prima metà dei lavori, in genere i più delicati. Fate tutte le cose importanti prima di cominciare: chiudete le email di lavoro in sospeso, avvisate amici e colleghi che sarete “out” per un certo numro di giorni, dite alla fidanzata/fidanzato/compagni/ecc (se sono conviventi ovviamente non serve) che non vi vedrete per un po’, annullate gli impegni annullabili, rimandate i rimandabili e preparatevi a fare una bella dieta di social network e internet in generale. La vita reale vi prenderà tutto il tempo. La sera, dopo aver controllato misure o materiali o arredi o varianti arriverete a leggere solamente quelle due tre email più urgenti, e poi non risponderete neanche a quelle.
5) Costi. Qui si può applicare tranquillamente la stessa regola dei tempi, anche tenendosi un po’ più larghi. In generale non è tanto la spesa degli operai ad essere variabile (anche perché in generale è buona norma fissare un preventivo prima, per quanto le “varianti in corso d’opera” sono sempre possibili, specie se si opera su manufatti antichi o comunque non recenti), quanto quella per i materiali di arredo che si sceglieranno. Tra una porta “normale” e una “fatta bene” si sceglierà senz’altro quest’ultima, anche perchè “Già che si cambia…!”, e ogni prezzo sarà quindi più alto del 50% almeno. Inoltre, i prezzi dell’arredo sono diventati inavvicinabili. Una sedia base: 200 euro. Una sedia firmata: 600. Una sdraio stile Le Courbisier: 3000 euro. Una cucina: 10.000 e così vi di questo passo…….
Dopo
6) Ogni superficie è impolverata. I lavori possono dirsi conclusi, e il risultato vi soddisfa appieno. Bene, ma non è ancora finita. E’ a questo punto vi accorgerete con orrore che – appunto – ogni cosa è impolverata – ogni superficie, ogni anfratto, ogni pertugio; e anche quelli coperti dal cellophane possono risultare impolverati, se non erano stati sigillati bene. Questo accade perché quando si lavora con i materiali da costruzione, si crea nell’aria un pulviscolo che, per gravità ricade e si spande sulle superfici per giorni e giorni dopo che sono stati usati. Quindi bisognerà pulire almeno due o tre volte prima di poter dire che la casa sia abitabile come prima, e per i primi giorni, beh, bisognerà armarsi di pazienza e prepararsi ad avere stracci e spugnette a portata di mano.
E potrete cominciare a leggere le 2340 mail in arretrato.
Buon lavoro!