Luciano Giustini ragionamenti a lettere..

Niente da scrivere

C’è qualcuno che pensa che quando non si ha niente da dire bisognerebbe scriverlo per forza?
Io no. Penso che non bisognerebbe scrivere.
P.S. Per .mau. : Lo so, la tua teoria prende in considerazione un punto di vista diverso. Se non si ha niente da scrivere, è ininfluente, l’importante è che la scrittura riguardi un evento, uno qualsiasi, anche un insignificante evento della giornata.
Mettendosi in questo punto di vista, potrei allora scrivere che questa mattina ho comperato una bilancia marca Terraillon. Che la commessa (molto carina, molto provocante, molto commessa) voleva convincermi con le sue armi e bagagli che avrei dovuto prendere una con le pile normali di marca Tefal, e io invece ho preso quella con le pile al litio e la pedana di vetro 8mm perché noi in famiglia abbiamo una bilancia di questa marca del 1958 (si, ’58) che, a meno di un errore di 1.5 kg circa, va ancora benone..
Che la commessa mi deve aver preso per un cretino (le commesse di negozi di elettrodomestici capiscono subito quale tipo di cliente si trovano davanti) e forse voleva tagliare quella inutile conversazione. Io no, perché mi divertiva guardare come era vestita (da commessa che è stata al mare e porta tutte cosine rosa e infantili, tetto-munita con scollatura, e vabbè..) mentre si impelagava a spiegarmi le differenze tra le bilance. Fino a toccare l’apice della cattiveria, quando ha detto che queste bilance hanno un computer interno, ed io ho fatto “Ah, veramente”. Deve essere stato lì, che la commessa deve essere stata sicura che io fossi un cretino.
Poi ho richiuso la mandibola e sono passato alla cassa, dove un maschio caucasico di stampo fidanzatesco (probabilmente) mi allungava il resto guardandomi male. E non rispondendo all'”arrivederci”.
Però che bella bilancia..

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