Se un membro di un paese europeo dovesse mai stabilirsi in Italia, soprattutto se proveniente da Inghilterra, o peggio da Germania, Norvegia, Finlandia, Svezia e tutte quella regioni del Nord dove la burocrazia è una strana parola che ricorda tristi episodi, non impazzirebbe ancora definitivamente fino a che non si trovasse di fronte al Rinnovo di una Concessione Demaniale Marittima per il Mantenimento di uno Scivolo a Mare.
Questa ricorrenza, quest’ode alla Farraginiosità Italica, si ripropone ogni 6 anni (perlomeno nel Comune di Roma) e per quest’anno la complicazione, il costo ed il tempo richiesti da tale incredibile procedura hanno raggiunto credo un’apice difficilmente superabile (anche se confido che lo Stato possa ancora fare di peggio..), che vado ad elencare nei suoi punti salienti.
Faccio solo notare che l’adempimento, tutto entro 15gg. pena una serie di pene tra cui credo solo quelle corporali sono eslcuse, dei seguenti punti serve solo ed esclusivamente a rinnovare una concessione – ultradecennale – di poco più che una decina di metri quadri di cemento armato sul mare, uno scivolo appunto. Una cosa che, in qualsiasi Paese civile, viene espletata dall’eventuale (eventuale…) pagamento allo Stato di una somma annuale. Stop.
Ecco invece qui da noi.
300 Euro all’inizio, perché bisogna pagare un ccp. Posta: Primo giro.
168 Euro in seconda, perché ovviamente non basta pagare un ccp, ma bisogna anche pagare un F23. Posta: se va bene siamo ancora al primo giro, se non si è sbagliato nell’indicare tutti i codici, e le denominazioni.
103 Euro perché serve una polizza assicurativa a cauzione. Si sa, chi possiede uno scivolo può scivolare… Assicurazione: secondo giro
21 Euro perché la polizza assicurativa a cauzione va autenticata dal notaio. Eh si signore mio. Notaio appone una firma: 21 Euro. Notaio: se va bene, siamo sempre nel secondo girone….giro, volevo dire giro.
10*14.62 Euro perché vanno comperate 10 Marche da bollo che serviranno per tutta una serie di copie autenticate, copie conformi, copie alla Regione, copie alla Provincia, copie alla Capitaneria, etc. Tabaccaio: terzo giro. Coda con quelli che comprano le Marlboro e grattaevinci.
168 Euro perché la polizza, già autenticata va anche REGISTRATA. All’assicurazione mi dicono “Ma neanche per comprare una casa abbiamo mai visto una procedura più complicata”. La mia espressione facciale è eloquente. La polizza va registrata all’Agenzia delle Entrate, ovviamente del posto relativo alla concessione.
2*14.62+12.40 Euro ancora di Marche da bollo, perché quando vai all’Agenzia delle Entrate, essi devono produrre una copia conforme per te, una per loro, darti una fotocopia autenticata, etc. e, signore mio, è così. Credo che dovrei essere contento: tutto sommato, c’è poca coda. Agenzia delle Entrate: terzo giro. Fuori Roma.
Tot 942.26, fino a qui. Ma mica abbiamo finito. Manca ancora il Modulo D1, quello che costituisce la mappa cartografica del tuo scivolo: è un modulo obbligatorio introdotto quest’anno, signore mio ce lo chiede la Regione. “Ma la Capitaneria non ha già la mappa di tutta la costa?”. Si, ma i dati che ha la Capitaneria da decenni, guarda tu il caso, non sono COMPATIBILI con i dati che richiede la Regione. Quindi quest’ultima che fa? Chiede al privato cittadino di aggiornare i dati, A SUE SPESE. Morale: altri 400 Euro di Geometra.
A questo punto, un onesto cittadino del Bel Paese ne ha le tasche….vuote, ma un onesto scozzese avrebbe già mandato a quel paese tutti quanti. Di cuore, proprio.
One thought on “Il rinnovo della concessione”
c’è ancora troppa burocrazia in italia