Capodanno ‘06.02

Domenica, sempre domenica. Dopo 5 ore di sonno, mi sveglia un botto. Sono le 10.30. Telefono a mia madre: “Dobbiamo andare da [zia]?”. La risposta è “Si”. Accendo il portatile, metto a scaldare l’acqua per il the.
Si Leonardo pare tornato. Dalla didascalia sotto al titolo, un po’ annerito, si esplicita oramai definitivamente un blog politico. Ci aspettano mesi di campagna elettorale pure da lui perciò. Ecco vedo arrivare i post leonardeschi che si interrogano sulla coscienza, e giungere con voli pindarici di altissimo livello filosofico o minimalista, a dimostrare che in fondo comunque ha ragione sempre la sinistra (e votate lì). Pensa che palle.
Sono le 11. Accendo il telefonino. Messaggio. Ho un po’ di nausea, deve essere il cibo. O altro. Ci mettiamo in macchina, raccordo, un tre quarti d’ora. Piove sempre, ormai siamo un paese sub tropicale. Arriviamo da cuginanza. Pranzo, e un GROSSO CAFFE’. Poi aggiusto il computer alla cugina, un onorevole Thinkpad che ha perfino il modem interno. Che ovviamente non si connette ad Internet. Qualche trucco da informatico (“Ma sei un mago! Dove hai il berretto?”) e riesco ad averne ragione. Riesce sempre bene il numero nel quale faccio “Abracadabra” sullo schermo e trac, si connette. Ormai i tempi di reazione di Wind e di Windows sono per me un dat acquisito.
Cugina contenta, mamma contenta, zia contenta, io una pesantezza di stomaco e un sonno…Ok, finiscono di chiacchierare davanti a Rai Uno. Olè via si torna a casa. Raccordo, pioggia, gente che va piano, pozzanghere, acquaplaning, e così finalmente a casa.
Note a margine. Una trentina gli sms ricevuti, e ok. Tra questi, oltre le notizie sui sequestri di italiani, ben cinque di TIM che mi chiedeva se voglio abbonarmi al servizio TAROCCHI. Al terzo sms che cancellavo mi son chiesto se esiste qualcuno a cui poter dire “NOOOOOOOOOOOOOOO #@@**”. Al quarto ho pensato seriamente di chiamare.