Dopo aver letto l’articolo del Corriere.it su ASmallWorld, il “rotary” delle community online (di cui già sapevo…, anche se non nei particolari), e aver letto l’intervista del suo fondatore Eric Wachtmeister – che così descrive la sua creatura:
– i soci sono «Gente di successo, interessante, educata, che ama viaggiare, divertirsi ed è interconnessa. L’età media è 32 anni, metà dei nostri membri ricopre un livello manageriale o ha un’impresa per conto proprio (15 mila sono direttori generali). Oltre il 50 per cento ha una laurea (3.500 sono laureati a Harvard). Il background il più variato: finanza, legge, media, public relation, moda, spettacolo, sport e aristocrazia»
– lo scopo del sodalizio è di «sentirsi accolti da gente educata e rilassata, puoi trovare lavoro di alto livello, informazioni fidate, fare affari e sapere come e dove divertirti»
– l’accesso è limitato a manager o dirigenti, aristocrazia o jet set mondiale di cui «solo il 15 per cento può invitare, a seconda della qualità della rete di conoscenze, attività e comportamenti, inviti già usati, formazione, età, luogo di appartenenza e popolarità nel sito, che è misurata dalle connessioni che si è riusciti a ottenere» –
dopo aver letto i deprimenti commenti al (credo) ironico post di Proud sul cosa si sarebbe disposti a fare per avere un invito,
dopo tutto ciò, dicevo, mi viene solo voglia di creare subito un sito web con una community internazionale di semplice gente perbene.
E dire che ho anche un caro amico, dentro ASmallWorld, che a questo punto spero che non mi inviterà mai (cosa che ritengo già impossibile, peraltro).
update. Potenza dei blog. Mi segnalano che il sito è down 😉