CLIMA / ITALIA INADEMPIENTE SUL COMMERCIO DELLE EMISSIONI:
SIAMO IL FANALINO DI CODA INSIEME ALLA GRECIA
(fonte: Ufficio Stampa WWF)
La procedura di infrazione aperta dall’Unione Europea contro l’Italia per non aver presentato il piano di allocazione (NAP), nel quadro della direttiva sul commercio delle emissioni, costituisce un vero e proprio smacco per il nostro Governo e dimostra l’insensibilita del nostro Esecutivo sia verso le drammatiche conseguenze dei mutamenti climatici, che obbligano a prendere misure efficaci e reali per limitare le emissioni, sia verso le opportunita offerte dal protocollo di Kyoto e dal commercio delle
emissioni stesse. L’Italia e davvero il fanalino di coda, unico tra i Paesi presi in esame oggi dalla Commissione, insieme alla Grecia, a non avere presentato il NAP. Non si sa nemmeno quale sorte abbia avuto la bozza di Piano Nazionale di allocazione delle emissioni pubblicata ad aprile, sulla quale i ministeri delle Attivita Produttive e dell’Ambiente hanno raccolto osservazioni. Tale bozza era giudicata molto duramente dal WWF, in quanto avrebbe portato l’Italia ad allontanarsi dagli obiettivi posti dal Protocollo di Kyoto, anziche a realizzarli. Con quella bozza di Piano, la
distanza del nostro Paese dall’obiettivo previsto dal Protocollo di Kyoto sarebbe aumentata del 134%, passando da 30,8 a 72,1 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti. Insomma, invece di attuare gli obiettivi predisposti dalla Delibera CIPE, il Piano ridefiniva obiettivi e scenari dello schema che avrebbe dovuto attuare, prevedendo addirittura un aumento delle emissioni totali di gas serra del 12,3% rispetto a quelle del 1990.
A livello europeo, il WWF richiede una piu vasta strategia per far fronte agli impegni presi a Kyoto e ridurre in maniera sostanziale le emissioni di anidride carbonica. Molti dei NAP presentati attuali, permettendo significativi aumenti nelle emissioni di anidride carbonica, mettono il settore industriale nelle condizioni di contribuire in maniera significativa al riscaldamento globale. La bozza italiana, in questo senso,
era addirittura peggiore di quella degli Paesi.
Secondo il WWF, la stesura dei primi Piani di Allocazione nazionale ha dimostrato una certa debolezza a causa di inadempienze governative e della pressione del potente settore industriale. Molte nazioni hanno ignorato il mandato del Protocollo do Kyoto riguardante seri tagli nelle emissioni ed hanno permesso grandi aumenti nelle emissioni di anidride carbonica con il
risultato di un maggior inquinamento da parte del settore industriale.
La Germania, ad esempio, ha assegnato generosi permessi per quanto riguarda le emissioni al settore che produce energia a partire dal carbone. Il suo piano e molto piu debole di quello elaborato precedentemente attraverso un accordo volontario tra il governo e il settore dell’energia. L’attuale governo spagnolo, dall’altro lato, ha mostrato un forte impegno per ridurre le emissioni in modo sostanziale entro il 2012.
“I Piani di Allocazione Nazionale che abbiamo visto riflettono
preoccupazioni politiche di breve termine e vedute limitate e non prendono in considerazione il piu ampio punto di vista Europeo “ha affermato Stephan Singer, responsabile Clima del WWF Europeo. “Tutto cio ha condotto alla definizione di obiettivi piuttosto deboli.”
La fase pilota del Piano Europeo inerente al commercio di emissioni – un passaggio chiave per L’Unione Europea per soddisfare gli impegni del Protocollo di Kyoto per combattere il riscaldamento globale- comincerà, come da programma, nel Gennaio 2005 in tutti i 25 Stati Membri. Questo piano include all’incirca i 12.000 piu grandi inquinatori industriali, come ad esempio il settore siderurgico, quello responsabile della produzione di cemento e quello responsabile della produzione di alluminio e tutte quelle
stazioni in Europa che producono energia a partire dai combustibili fossili che, sulla base dei loro Piani di Allocazioni Nazionali, potranno emettere carbonio soltanto entro certi limiti.
Il WWF raccomanda alla Commissione Europea di accertarsi che gli Stati Membri, attraverso i loro Piani di Allocazione Nazionale, si impegnino a ridurre, in maniera decisa, le emissioni di anidride carbonica e non promuovano piu in nessun modo l’utilizzo dei combustibili fossili per la produzione di energia e di calore. La Commissione Europeo deve occuparsi, insieme agli Stati Membri, di fissare gli obiettivi inerenti alle emissioni per quanto riguarda il sistema del commercio delle emissioni in Europa e deve sviluppare chiari punti di riferimento per quanto riguarda
l’assegnazione delle quantita di emissioni permesse a ciascuno dei maggiori settori industriali coinvolti.
2 thoughts on “Italia, brutto Ambiente”
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