L’abbiamo a lungo atteso, e lui – diciamo così – non ha tradito le aspettative.
Come diciamo noi a Roma “non l’ha mandato a dire” .. Ratzinger ha estrinsecato il suo intervento (e pensiero) su fecondazione e coppie di fatto alla sua maniera. Diciamo, dalla scelta dei tempi e della sede, e anche dei toni, è come se avesse pronunciato un pesante “Ora basta con le scemenze”.
Però, prese le misure, fatte le premesse, ha detto null’altro che il pensiero della Chiesa, lo stesso che c’era prima. La differenza è che ora è Papa, e se quindi i suoi interventi pubblici, prima, e dunque la sua responsabilità, erano rivolti essenzialmente ai sacerdoti ed ai vescovi, ora il suo messaggio è rivolto a tutti i cattolici, e assume quindi una valenza universale per la cristianità.
Ha fatto bene ad intervenire sui temi toccati dal referendum italiano del 12 e 13 giugno? Certo. Per dire che un Si o un No equivalgono ad una scelta di campo.
Come ho già accennato – io ho scelto il no: sulla vita non si sperimenta, altro che embrioni congelati su cui agire (oggi si dice “ricercare”) senza o con diverse regole. Ed anche sul quesito 3. Oramai, come chiunque dotato di una qualche onestà intellettuale ammette facilmente, sappiamo con certezza che un embrione se nutrito si sviluppa in una persona completa. Allora è un essere vivente a tutti gli effetti: è una conseguenza logica.
Come cattolico, per me è no anche sull’eterologa: la famiglia naturale è composta da un padre e una madre certi. E’ nella sensibilità di ognuno comprendere quanto un donatore “esterno” possa creare problemi di ogni tipo, tanto ad una persona cresciuta in una famiglia quanto alla famiglia stessa, quanto infine al donatore in sè. Altro ovviamente è l’adozione, ma ripeto queste cose sono intellegibili. Una scelta difficile, senza dubbio, per questo ho premesso “come cattolico”.
Ma Ratzinger è andato oltre, e la vicinanza alla data forse ha un significato pratico che dobbiamo valutare. Non c’è bisogno che ricordi quanta confusione ci sia sui quesiti ora che Ruini ha chiesto ai cattolici di astenersi dal voto, è del tutto controproducente andare a votare – come ricorda saggiamente Lanfranco. O si decideva prima di votare no per i cattolici, oppure oramai, se si raggiunge il quorum, vincerebbero i si.
Il testo che segue l’ho preso dal Corriere (che peraltro è schierato per il voto).
Allarme del Papa sulla fecondazione
«La vita è intangibile dal concepimento alla morte naturale». E sulle coppie di fatto, etero o gay: «Unioni che scacciano Dio»
CITTA’ DEL VATICANO – È contrario «all’amore umano, alla vocazione profonda dell’uomo e della donna» pensare di non avere figli «e ancora più sopprimere o manomettere la vita che nasce». È quanto ha detto Benedetto XVI aprendo i lavori del congresso ecclesiale diocesano di Roma, questa sera in San Giovanni in Laterano. «Anche nella generazione dei figli il matrimonio riflette il suo modello divino – ha detto il papa – l’amore di Dio per l’uomo». Ratzinger ha detto che «nell’uomo e nella donna la paternità e la maternità, come il corpo e come l’amore, non si lasciano circoscrivere nel biologico: la vita viene data interamente solo quando con la nascita vengono dati anche l’amore e il senso che rendono possibile dire sì a questa vita». «Proprio da qui – ha aggiunto – diventa del tutto chiaro quanto sia contrario all’amore umano, alla vocazione profonda dell’uomo e della donna, chiudere sistematicamente la propria unione al dono della vita, e ancora più sopprimere o manomettere la vita che nasce».
COPPIE DI FATTO – Le coppie di fatto, etero o gay, rappresentano forme «odierne di dissoluzione del matrimonio». Papa Ratzinger tuona contro le «unioni libere» tra uomo e donna così come gli «pseudo matrimoni» tra omosessuali, «espressione di libertà anarchica che si fa passare a torto per vera liberalizzazione dell’uomo». Ma che invece non sono altro che forme «che scacciano Dio dall’uomo», sviliscono l’amore umano, sopprimono l’autentica capacità di amare nel nostro tempo.
LIBERTINISMO – «Una tale pseudo libertà – ha detto il Papa parlando da San Giovanni – si fonda su una banalizzazione del corpo che inevitabilmente include la banalizzazione dell’uomo». Il presupposto di questo orientamento, spiega Ratzinger, è che l’uomo «pensa che l’uomo possa fare cio che vuole del suo corpo». Il libertinismo, aggiunge, che si fa passare per «scoperta del corpo e del suo valore, è in realtà un dualismo che rende spregevole il corpo, collocandolo per così dire fuori dall’autentico essere e dignità della persona».
GRAZIE ALLE FAMIGLIE – Benedetto XVI ha poi rivolto il suo «grazie cordiale» alle famiglie cristiane per il loro «impegno» che mettono nel «cercare di superare il relativismo» con la testimonianza «specialmente per riaffermare l’intangibilità della vita umana dal concepimento fino al suo termine naturale». Il Papa ha così ribadito «il valore unico e insostituibile della famiglia fondata sul matrimonio» e la necessità di provvedimenti legislativi e amministrativi che sostengano le famiglie nel compito di generare ed educare i figli, compito essenziale per il nostro comune futuro».
addendum
Dalla brava (e coerente) Pescevivo, trovo questo intelligente post, che riprende un articolo/post di Alessandra Di Pietro e Paola Tavella intitolato “Siamo femministe, libertarie e di sinistra e al referendum sulla legge 40 non andremo a votare”, citato anche da Shangri-La oltre che dal Pescevivo stesso e da Letture. Ve lo consiglio
(citando da Pescevivo)
Della nascita della vita noi, le donne, sappiamo più di chiunque. Come mai oggi, improvvisamente, non ci interessa la sorte degli embrioni? […] oggi avvertiamo che la minaccia alla nostra libertà e alla nostra umanità si è spostata più avanti, sulle frontiere del biotech, là dove l’embrione è fuori di noi e quindi lo si dichiara non nostro, aprendo una gara per la sua custodia. Se è vero che si spalanca uno scenario inevitabile e destinato a trasformare il modo di pensare alla vita e alla sua creazione, questo ci riguarda per prime. La scienza deve fare i conti con la nostra etica del limite, con la nostra sapienza sulla maternità e sul rifiuto o l’indifferenza verso la maternità.[….]
Perché chiedere ai cittadini di pronunciarsi sulla bontà o meno di una singola tecnica come se fosse un problema giuridico o morale, mentre in realtà la guerra in corso è fra lobbies scientifiche e economiche contrastanti. […]
Ci piacerebbe seminare qualche dubbio, ma soprattutto il desiderio di chiudere le orecchie alla propaganda del capitalismo biotech che ha incantato anche la sinistra e di cercare, indagare, riflettere, parlare con le altre. In questi mesi abbiamo fatto una curiosa esperienza. Basta nominare questo argomento per essere subissate di domande. Tante donne e tanti uomini sentono che quel che la propaganda dice non è vero, che c’è di più e che la faccenda è di importanza cruciale. Lo sanno con il corpo, madri o non madri, padri o non padri che siano”.
6 thoughts on “Papista”
seguo, da tempo, il tuo blog apprezzandone toni e contenuti.. per questo per me è tanto più sconcertante leggere le tue opinioni in merito a questo referendum.
Quello che davvero non concepisco è come si possa pensare che ciò che risponde alla propria visione etica della vita DEBBA essere imposto a tutti; non pensi che con l’eterloga si costituisca una famiglia degna di questo nome? Bene, non farla, ma perchè vietare questa opzione a chi non ne ha altre?
Sul non andare al voto poi … qui davvero c’è un ribaltamento di valori; siccome c’è cosnapevolezza che, in italia, la maggioranza è per il si allora non facciamo raggiungere il quorum…. ecco questo è un atto di violenza civile (oltre che amorale) davvero intollerabile.
Ad ogni modo, sono solo i miei due cent…
Giuseppe, per l’eterologa ho premesso “come cattolico”. Indubbiamente se sono in questa posizione, allora io penso che la famiglia migliore sia quella omologa. Ma questo influenza eventualmente la mia scelta di voto, non l’imposizione verso terzi. In generale, voglio dire che se io devo scegliere chi votare (non solo ai referendum), voterò per chi più si avvicina alla mia idea di valori. Questo non vuol dire, ovviamente, “imporre” la propria visione etica della vita agli altri. Significa scegliere.
Per l’astensione: no, non è detto che vincevano i si. Non ho detto questo comunque io, non lo so perche’ non commentavo *quel* dato. 🙂 Dicevo che, una volta che Ruini ha chiesto ai cattolici di non andare al voto, e che quindi almeno una buona percentuale non ci andrà, per chi vuole votare no ai quesiti è inutile andare, a quel punto, proprio per lo sfalsamento dei valori numerici che renderebbe sicura una vittoria dei si.
Un’ultima considerazione. Ti ringrazio e sono felice che tu sia un mio lettore: la stima e l’apprezzamento sono gli stessi anche da parte mia. Mi dispiacerebbe che una visione diversa di alcuni valori ci inducesse a rinunciare al dialogo, che rimane la componente fondamentale anche in presenza di idee diverse. 🙂
sull’ultimo punto, nessun dubbio: infatti son qui 🙂
Beh, non avevo dubbi neanche io, ma sono lieto di averne conferma. 🙂
Eventualmente, sono io che magari non sono in cerca di facili consensi, ecco. Ma preferisco scrivere chiaro, magari rischiando perfino di creare antipatie (mi auguro sempre di no, ma..:).
Luciano, mi sembra che nel tuo post, accatasti più argomenti che debbono rimanere se non separati almeno distinti.
Quale atto così “belligerante” si è compiuto nell’Arcibasilica Lateranense la sera di lunedì 6?
Al convegno diocesano sulla famiglia Benedetto XVI ha tentato una “lezione magistrale” di antropologia cristiana. Non ha “tuonato” non si è “scagliato” contro nessuno.
Ha esposto la visione che dell’uomo – alla luce della parola di Dio – è stata elaborata dal pensiero cristiano.
Le cose dette da papa Ratzinger non possono galvanizzare più di tanto e non possono stupire nessuno, visto che le stessissime cose che il vescovo di Roma ha detto al convegno diocesano sulla Famiglia, le avrebbe potuto – e dovuto!- dire il vescovo di Bolzano ad un ipotetico convegno diocesano sulla Famiglia della diocesi Sudtirolese, o il vescovo di Canicattì al convegno diocesano sulla Famiglia della diocesi sicula.
Si può certo ammirare lo stile espositivo ratzingeriano ma il papa quello che “non l’ha mandato ha dire”, l’aveva mandato a scrivere Giovanni Paolo II nel Catechismo!
Scusami, ma sembra quasi che la tua “euforia” da “giornata dell’orgoglio cattolico” si fondi sugli stessi criteri in base ai quali i Radicali si stracciano le vesti.
Il Papa non ha fatto campagna referendaria lunedì sera! Ha invitato i cattolici ad agire coerentemente e proprio per questo usando la ragione. Non ha parlato di tattiche politiche!
Visto da questo punto è disarmante che si lasci solo al Papa il compito di parlare dei valori cristiani dato che il laicato non è formato solo da analfabeti e non è più indispensabile il latino per approfondire il pensiero cristiano.
Caro Duca, mi sembra ti sfugga quello che implicitamente significa un intervento del papa su questioni di rilevanza nazionale (ed a volte internazionale), sia socialmente sia soprattutto mediaticamente. All’orecchio del cattolico distratto arriva la parola del papa. Quello che dice il vescovo di Bolzano ad un ipotetico convegno diocesano sulla Famiglia della diocesi Sudtirolese, o il vescovo di Canicattì al convegno diocesano sulla Famiglia della diocesi sicula, pur identico nei contenuti o anche nella forma, non arriverà mai, e non avrà mai la eco che invece Ratzinger ha avuto. Ecco perché era importante che lo facesse, con tale chiarezza. Che poi la scelta dei tempi non sia stata dettata dalla vicinanza referendaria, è incidentale, e non toglie nulla all’effetto che ha avuto, che era proprio quello che ci voleva per i “cattolici distratti” (e confusi, aggiungerei).