Mentre Mantellini ed altri blogger esultavano su exit poll più sbagliati di un anemone di mare in Lapponia (perdipiù riuniti nella società che li ha sfornati), si profila uno di quei pasticci da incorniciare nella storia elettorale magmatica di questo paese, e mi immagino il ghigno di quelli che questa stranissima “porcata” l’han progettata.
Comunque vada (non si sa chi si prenderà il premio di maggioranza alla Camera, probabilmente l’Unione, e chi la maggioranza dei seggi al Senato), dalle percentuali esce un’Italia politicamente spaccata in due, come giustamente titolano le prime pagine dei giornali, quindi con un problema di ingovernabilità e di insicurezza non secondario. Certo, con questa indicazione di indecisione, e la situazione di squilibrio comunque presente al Senato (la Cdl ha molti più voti, indipendentemente dai seggi), in un altro paese (uno a caso, la Germania) si porrebbe l’ipotesi di formare una “grossa coalizione” di governo. Ma l’Italia è il paese delle spaccature, e soprattutto dell’uno contro l’altro, come si è visto da entrambi gli schieramenti, quindi non la vedo un’ipotesi molto percorribile. Vedremo.
Speriamo solo che non succede come in Florida nel 2000, dove per una manciata di voti stettero a ricontare per più di un mese. E sarebbero andati avanti all’infinito, se ad un certo punto Al Gore – sfiancato – non avesse telefonato a Bush dicendogli “Basta. Hai vinto”. Il resto, è storia nota. Poi però Gore è sparito dalla scena politica.
2 thoughts on “Le elezioni barbariche”
Beh si ma non mi sembra di poter ravvedere moti anarchico-insurrezionalisti in Leonardo 😀 Forse scherzava. Comunque si, son d’accordo con te – ed è evidente – Lanfranco che esiste un nutrito gruppo di blogstar che sono di sinistra. Sono quelli che indichi tu più altri. Certo è strano, anomalo direi, ma forse non tanto: è una questione di maturità. Essendo il panorama blog italiano composto perlopiù da ggiovani, forse per questo la “linea editoriale” è spostata a sinistra. Poi, col tempo, si spostano preferenze e idee.
Io rimango ancorato ai valori, e da lì non mi sposto. Chi difende i valori in cui credo, ha i miei voti. Poi, non è tanto importante dove sta, se di qua o di là, però almeno che abbia la possibilità di poterli mettere in pratica, si.
Ci potremo mai illudere che Berlusconi esca dalla scena politica quindi, come fece saggiamente il Gore americano?