Non basta che tendenzialmente in questo periodo non leggo molti blog di amici –anche per evitare di dover litigare con loro :).
Leggo Internazionale da anni. Ogni numero lo prendo senza neanche guardare la copertina. Anche questo numero, come al solito.
Ma stavolta mal me ne incolse…
Già uno si potrebbe infastidire dal fatto che la copertina recita “Perché sì” a caratteri grandi. Da una rivista autorevole mi sarei aspettato un “Perché Sì, perché No” casomai. Esiste il confronto, tradizione che era stata fin qui rispettata –anche se, come mi fa giustamente notare un amico, mai quando si parla di Chiesa cattolica.
Ma certo, dedicare ben 16 pagine per convincere i lettori delle scelte del Si, questo, è seccante. Una rivista che fa informazione – appunto – internazionale, non dovrebbe scimiottare un giornaletto schierato qualsiasi. Non sto mica leggendo L’Espresso o L’Unità.
Mi aspettavo imparzialità. Invece trovo una guerra di religione.
Non entro nel merito della scelta, ma una rivista seria avrebbe fatto 8 pagine di opinioni per il Si e 8 per il No. Una ancora più seria avrebbe compreso anche l’astensione (che è una scelta legittima).
In ogni caso, ero consapevole di trovarmi di fronte a un giornale orientato. Ma dopo aver saltato le 16 pagine di dichiarazioni di sinistra e di una sequela di (sceltissime) metodologie di convinzione, penso che siamo ben oltre il ridicolo.
Peraltro, una considerazione avulsa dal giornale in questone: Leggendo, ascoltando e vedendo in giro quanta propaganda si sta facendo, non mi sorprenderebbe affatto (anzi) che con questo lavaggio del cervello, alla fine vinceranno i si.
Si può dire solo una cosa (e non sono io a dirla): ormai l’unico pregiudizio accettato nella società è quello anti-cattolico. 🙂
Poi su questo argomento ci torno. Intanto – giusto per osservare quanto siano puerili certi argomenti – vale la pena ricordare le opinioni di autorevoli esponenti della sinistra giusto in occasione di un altro referendum
(cito dal Duca il post “Dillo con parole di Ruini!“):
“Il si è sbagliato, il no inadeguato. È un referendum dannoso e bisogna renderlo inutile, vanificarlo, sterilizzarlo. È una trappola. Il modo migliore di affrontare il referendum è quello di ridurre il danno che può comportare: la strategia passa attraverso la richiesta ai cittadini di non partecipare al voto. Non è lo strumento referendario, che si riduce ad un secco sì o no a consentire la realizzazione di una soluzione giusta ed equilibrata su questo tema”.
Piero Fassino, 3 maggio 2003, referendum sull’articolo 18
E questo è solo uno…ce ne sono molti altri.
2 thoughts on “Provinciale”
Per quanto mi riguarda sono contro lo strumento del “non andare a votare” per far fallire i quesiti refendari, fin dal ’90, quando i primi ad esser bocciati furono quelli su caccia e pesticidi.
Non votai perche’ non ero maggiorenne. Da allora sono sempre andato a votare. Una volta ho votato no, per il referendum confermativo sulla riforma costituzionale federalista. Le altre credo, prevalentemente si’, quando la destra o la sinistra hanno indicato di andare al mare.
Non sono ne’ radicale, ne anticattolico. Non mi piace chi fa il furbetto o il machiavellico.
Per il resto non sono certo 4 referendum a compromettere delle amicizie, spero 🙂
Ovviamente no! Stai scherzando? 🙂 Sul resto, ne parliamo a voce spero presto quando ci vediamo 🙂