Di fronte ai spaventosi attentati terroristici di Madrid che sono costati la vita a 200 persone e hanno provocato 1400 feriti, rimango sbigottito. Questa, come dice il Papa, è barbarie. Dopo l’attentato dell’11 settembre 2001 a New York ci sono state due guerre, la seconda però è stata unilaterale, arrogante, ed ha lasciato strascichi politici e molti morti sul campo. E la lotta al terrorismo non sembra esserne particolarmente avvantaggiata.
Inutile pensare che la situazione sia sotto controllo, perchè, ovviamente, non lo è.
D’altro canto, in questo periodo storico non è del tutto peregrino pensare in modo diverso: non viviamo tempi facili, ma soprattutto non viviamo tempi normali. Ieri l’omelia del parroco di qui parlava dei musulmani. Non so quanto del fanatismo religioso di una frangia dell’Islam sia effettivamente causa scatenante per giustificare tali mostruosità. In ogni caso esiste, e bisogna farci i conti. Si dirà: esisteva anche prima, secoli e secoli di storia non sembrano mostrare grandi novità in tal senso. Errore: prima non c’erano armi chimicheo bombe sporche in grado di cancellare centinaia di migliaia di vite in pochi attimi, e sono differenze importanti. Con qualsiasi periodo storico da quando c’è l’uomo sulla terra, cioè 2 milioni di anni circa, mi sembra ci sia una differenza.
Parlavo di “anormalità”. Parafrasando una celebre frase di “Matrix”, quel “c’è qualcosa che non va nel mondo” sembra quasi veritiero. Non è “normale” che nella vita di tutti i giorni ci siano attacchi che devastano luoghi, persone, vite e cambiano la storia senza una guerra dichiarata, senza una causa scatenante, senza un movente e senza uno scopo, fatta eccezione per il terrore stesso.
La mia sensazione, da cittadino immerso nella comunicazione, è di partecipare ad una singolarità, cioè un momento particolare, che forse va vissuto in modo particolare. Gli appelli politici sono sempre volti a sostenere che “non bisogna farsi spaventare” e che bisogna “continuare a vivere normalmente”. Beh, sarà così, forse l’unica alternativa valida è veramente il fatalismo, ma è una soluzione che, a me, non convince affatto.
Forse hanno ragione gli spagnoli che hanno urlato in massa, nelle piazze, “bugiardi” ai loro governanti: sono sicuri che gli hanno nascosto qualcosa, e che stanno continuando a farlo. Il governo Aznar ha affermato che gli attentati sarebbero stati opera dei connazionali separatisti, e non invece dei gruppi terroristici islamici come ormai appare quasi certo.
Il “Corriere della Sera” di domenica ci riporta due fatti importanti: venti giorni fa il nostro servizio segreto militare, il Sismi, aveva raccolto informazioni attendibili su un attentato “eclatante” da compiersi in Spagna con grandi quantitativi di esplosivo. L’operazione, informava il Sismi, sarebbe stata organizzata da un ex ufficiale dell’esercito di Saddam Hussein fuggito dall’Iraq e arrivato da Madrid passando per il Marocco. Coincidenze? I servizi segreti ne raccolgono a migliaia di allarmi ma in questo caso le occorrenze sono tante.
Il sito internet Debka – che spesso riporta informazioni del Mossad, il servizio segreto israeliano – rivela che il prossimo attentato dovrebbe essere proprio in Italia, a Roma: un allarme basato sull’analisi delle fatwa emesse da Al Qaeda che indicavano una priorità di obiettivi: prima la Turchia, poi la Spagna, infine la capitale della cristianità. La sequenza, fin qui, sarebbe rispettata.
Questo è quello che si legge sull’Ansa ieri:
(ANSA)-ROMA,14 MAR-Il governo spagnolo ha reso nota una video-rivendicazione delle stragi a Madrid da parte di un presunto
‘portavoce militare in Europa’di Al Qaida. ‘Voi volete la vita, noi vogliamo la morte – si dice nel video – e gli attentati sono una risposta alla collaborazione della Spagna con Bush e i suoi alleati’. La rivendicazione, ora al vaglio degli inquirenti, continua:’Siamo responsabili di quanto avvenuto, 2 anni e mezzo dopo i nostri attentati di New York e Washington. Ce ne saranno altri se Dio vuole’. 2004-03-14
– 06:17:00
Di quale Dio si parli, non so…
Una nota un po’ più leggera, in tanto pessimismo:
Molti romani stanno accendendo fiaccole per ricordare la strage avvenuta in Spagna, ma all’Ambasciata sbagliata: quella di piazza di Spagna è l’Ambasciata spagnola presso la Santa Sede, quella presso lo Stato italiano è a palazzo Borghese.
2 thoughts on “Riflessioni sull’11 marzo di Madrid”
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