Tutto sommato, al di là della gravità del fatto, che naturalmente rimane ed è odioso, quello che emerge di più importante, secondo me, del delitto di Perugia è nell’aspetto sociologico e giuridico. Sociologico: la tranquilla provincia italiana, beh quella già da tempo ha perso ogni innocenza residua, ma oramai ha contagiato anche gli studenti più giovani. Droga, sesso, quel che non ti aspetteresti di trovare in un borgo, sembra quasi normale, oramai. Sei quasi rassegnato a sentire certe abitudini, anche se boh in fondo speri che riguardi solo una minimissima parte.
Giuridico: qui non c’è storia. Ormai in Italia basta negare. Negare, sempre, e comunque. Prima Cogne, poi Garlasco, Perugia, e tanti altri casi mi sembra che stiano mostrando un andamento ripetitivo. Poi, beh poi spetta alla parte civile dimostrare se è vero, quando, magari, eventualmente, tutto combacia, se c’è il movente, se si trova l’arma del delitto, se è realmente lei, nella speranza che l’avvocato difensore non chieda un incidente probatorio, che non contesti i risultati, che non si ritenga opportuna una controperizia, che non vengano accusati terzi che passavano di lì, che nessuno falsifichi i risultati, etc. etc. Basta un dubbio, e a volte neanche quello.
Molta acqua è passata da quando bastava essere sospettati per marcire in galera. Però adesso non sono sicuro che sia il migliore dei sistemi giuridici possibili…