(Il post è stato aggiornato dopo la pubblicazione)
Come i miei lettori forse ormai sanno (credo per telepatia, ché non ricordo se l’ho mai scritto veramente), soffro di dolori di stomaco da settembre dello scorso anno (sì, prima di lavorare in Telecom Italia).
Da allora, diagnosi ed esami a gogò: e parla di qua, e testa di là, e analizza di su, ed ecografizza di giù, nessun medico riusciva bene ad individuarne con esattezza l’origine. Gli esami erano negativi (neanche un valorino fuori misura), le intolleranze apparentemente sotto controllo, allergie non risultavano, l’Rx all’addome non mostrava nulla, la pressione era bassa – nulla consentiva ai dottori interpellati (vedi oltre) una diagnosi sicura. Più di una persona mi ha parlato perfino di origine nervosa… l’unica cosa certa era l’essere legata al cibo. Se mangiavo in bianco, andava tutto bene. Come sgarravo, eran dolori.
Le medicine che prendevo erano come palliativi: nessun effetto. Antispasmo, antidolorifici, calmanti, protettivi della mucosa gastrica, nulla sembrava efficace, tranne che a placare il dolore diverse ore dopo che era già venuto il sintomo.
Il giorno di Natale dopo alcuni giorni in bianco ho osato appena un pochino: qualche cioccolatino, due mignon, un paio di bicchierini di brut, un piatto di ravioli alla ricotta. Risultato, la notte sono arrivati puntuali i dolori e questa volta più forti del solito, perdipiù con crisi di rigetto. Sicché, amici e dottori erano tutti concordi, bisognava esaminare meglio, e subito…
Alché, il 26 ho deciso per il grande passo: la temuta, rimandata, esorcizzata, ed infine ineluttabile gastroscopia, andava prenotata: è un esame direi “invasivo” (ti infilano una canna nera nella bocca, fino allo stomaco, a mò di Matrix) ma risolutivo per capirci qualcosa. E quindi dopo l’esecuzione dell’esame, la diagnosi corretta.
In realtà, poi una volta fatta è stata meno traumatica di quel che pensassi (anche se il momento iniziale non è sei più simpatici, quando il tubino entra nella gola…) ma la cosa simpatica è che avrei dovuto parlare subito con quel signore che in questi casi è da prendere subito come fidato consigliere, e che risponde al nome di gastroenterologo. Il quale appena sentito per telefono, ascoltati i sintomi, ha fatto la diagnosi che poi si è rivelata giusta anche dopo l’EGDS, laddove altri medici non v’erano riusciti anche visitandomi (insomma, l’esperienza e la specializzazione contano), e cioè che trattasi di reflusso gastro-esofageo (MRGE). I dolori sono dovuti all’infiammazione dell’esofago a causa dell’acido proveniente dallo stomaco.
Comunque, un controllo non fa mai male. Almeno, sono sicuro non si trattava di ulcera (avevo temuto anche quella), ma l’esofagite con una piccola ernia jatale non va comunque presa sottogamba: dieta specifica, medicinali (questa volta giusti) in particolare antisecretivi e sciroppo post-prandiale, cura che dovrò seguire per un bel po’. Niente di terribile. Solo, a saperlo cos’era quel dolore che partiva da un mal di schiena sordo e si irradiava sul davanti passando per la bocca dello stomaco..
Ah, l’origine nervosa non centrava. Credo.
Aggiornamento
Centrava anche quella, in realtà. Quindi occhi a coniugare diagnosi organiche con diagnosi nervose, spesso le due cose sono legate, perché lo stomaco è un recettore privilegiato di tensioni interiori, anzi è il primo recettore! E spesso inconscio, nel senso che non è che ci telefona e dice “Sto raccogliendo le tensioni nervose”, ma semplicemente è asintomatico per mesi, fino ai sintomi spasmici evidenti.