Il terremoto l’ha voluto nostro Signore. E il Papa doveva andare subito, non “appena possibile”.
Anche di fronte alla sciagura del terremoto in Abruzzo non c’è tregua per gli sciacalli del pensiero antireligioso. Un’ingenuità di Padre Livio di Radio Maria ed un’attenzione del Papa ai tempi della macchina logistica della Protezione civile, sono ancora una volta una giustificazione per un assalto all’arma bianca al credo cristiano.
Ignoranza o confusione, non lo so, non voglio sempre pensar male. Ma di sicuro non sembra esserci più una cultura cristiana che ci era propria e che sembra persa nei meandri del pensiero comune.
Dio non vuole il male: Dio permette il male. Sono due concetti molto differenti, per un credente ma anche per un non credente. Non credo sia difficile da comprendere, credo però che sia difficile da accettare, per entrambe le categorie. E’ il mistero della fede, che esige rispetto, più che polemica, ed implica l’accettazione del principio di libertà che Dio ha lasciato agli uomini.
D’altronde sono due piani diversi, anche se fortemente collegati, uno a livello della propria vita razionale, l’altro a livello spirituale e religioso. Il raziocinio non esclude la fede, ma la deve lasciar penetrare nelle profondità del proprio essere e sentire, scorrere nelle vene come un fluido di vita. Se si rimane ancorati alle logiche e soprattutto alle categorie umane, si rimane un passo indietro, tristemente fermi sulla soglia.
Dio trasforma il male (dell’uomo) in bene. Non è stato Dio a mandare il terremoto, come non è stato Dio a costruire male le case. Non è volontà di Dio il soffrire, ma lo è accettare la sofferenza e volgerla al bene, elaborarla ed infine per l’uomo contemplarla, come sofferenza che per prima è stata inflitta al suo figlio, Gesù Cristo, duemila anni fa e che ancora oggi, di cui proprio a Pasqua si ricorda l’evento, si ripete ogni giorno.
“Mi sono chiesto poco fa perché il Papa non sia andato ai funerali, e hanno appena detto che andrà quando la sua presenza non sarà di disturbo. E penso che abbia ragione. A volte si fa bene ad aspettare a giudicare”, scrive Marco Marinacci (direttore storico di MCmicrocomputer) sul suo profilo Facebook, mostrando buon senso.
Bisogna ancora spiegare che il papa non sta ai tempi degli altri, che a
differenza di Roma (Pio XII che andò a S.Lorenzo..), non è vescovo dell’Aquila, che la Chiesa segue
altre logiche che non quelle meramente terrene, e che a volte la
preghiera serve più della presenza mediatica sul posto?
Seguono alcuni commenti: “Grande onore e anche un concreto alito di sollievo, forse, per gli
sfortunati del luogo, ma generazione sicura di ulteriore caos
all’ennesima potenza: proprio quello che non ci sarebbe voluto oggi…”, con gli “angeli” al lavoro.
Gli angeli, già.. gli angeli sono stati tanti, come i volontari, i Vigili del Fuoco instancabili, tutti i tanti straordinari uomini e donne che nel loro piccolo o nel grande hanno dato il massimo.
Che non sono riusciti a strappare dalla morte le centinaia di persone
rimaste sotto le macerie, mentre provano a supportare nella
disperazione le migliaia di persone rimaste senza una casa. Che non
riescono a spiegarsi le cause non del crollo delle vecchie case del
centro storico ma delle case costruite negli anni ’80 e ’90 che
avrebbero dovuto adottare criteri (e materiali) antisismici. Invece, materiali scadenti,
metodi costruttivi inadeguati: sulle responsabilità di molti crolli – che
c’è da scommettere non sono frutto del caso o di un Dio biricchino –
dovrà ora indagare la magistratura.
Eppure anche su questo
c’è stato chi ha approfittato per fare polemica sull’operato della
protezione civile e del governo: il solito Santoro. Scrive Aldo Grasso dalle colonne del Corriere:
in mente una tesi, che tesi sia. La tesi era che bisognava comunque
attaccare la Protezione civile, specialmente Guido Bertolaso, i Vigili
del Fuoco, la comunità scientifica che non ha dato ascolto agli
avvertimenti di Giampaolo Giuliani, gli amministratori locali, il ponte
sullo Stretto, Berlusconi, il governo..
La segnalazione della pagina Google dedicata al terremoto in Abruzzo, chiude questo post.
E’ Pasqua, il giorno in cui i cristiani ricordano la resurrezione del figlio di Dio: colui che assumendo su di sé tutto il male del mondo, ha salvato tutti.
PS. La foto di apertura si riferisce alla volta della chiesa delle anime sante, che oramai è quasi crollata, che è stata chiamata
dai giornalisti in mille modi, delle anime perse, basilica, chiesa delle salme, insomma avranno avuto altro su cui piangere queste povere anime del Purgatorio..
2 thoughts on “Angeli e demoni in Abruzzo”
Luciano grazie di cuore per questo post..L’Amore del Signore è talmente infinito che ha lasciato l’uomo libero di amarlo e di amare e rispettare la natura…che ci ha donato.L’uomo, la natura dovrebbe custodirla, proteggerla, amarla, difenderla come spazio d’amore che il Creatore ci ha donato per vivere..ma non è così e quando essa agisce nel suo libero arbitrio, riversiamo su Dio tutti gli effetti..ma Dio Soffre nel vedere come utilizziamo questo suo immenso dono..E poi anzichè chiederci cosa fare in futuro per evitare che accada, in Italia si assiste al teatro della sofferenza da parte di giornalisti e politici..Per fortuna che al di là della spettacolarizzazione del dolore, ci sono gli angeli che operando nel silenzio mi ricordano Gesù che ha abbandonato il sepolcro nel silenzio della notte quando nessuno poteva vederlo..Lasciamo lo spettacolo e chiediamoci concretamente come possiamo diventare strumento di resurezione per questi nostri fratelli…con un’attenzione e con aiuti che non durino solo il tempo del momento o delle imminenti elezioni..ma che siano programmate e strutturate per i prossimi anni..
per una volta concordo pienamente, trovo un accanimento esagerato inutile e che spesso dimostra che certi attacchi non sono portati con senso di vera critica ma per partito preso cosa che al contrario di quello che si potrebbe pensare di me, non sopporto.
la scelta del papa di non andare e- sia spirituale che attentamente pensata, far spostare il papa in abruzzo in questo momento creerebbe scompiglio e disagio ed e’ prorpio quello di cui in questio momento quelle persone non necessitano.
ci sara’ il momento opportuno per la visita del papa, ma non e’ questo.
Damiano