Con la premiazione avvenuta ieri sera, Paolo Giordano ha vinto il Premio Strega 2008. L’ho saputo perché era ospite da Marzullo e scorreva il nastro sotto la sua intervista, con la notizia della proclamazione del vincitore.
La solitudine dei numeri primi (che ho letto ed ho trovato angosciante, a livello personale), è un libro di narrativa geniale, e l’autore secondo me ha meritato senza alcun dubbio il premio. A ciò si deve aggiungere l’età (25 anni) e la professione (un quasi dottore di ricerca in fisica) per cercare di completare il quadro anomalo e singolarmente interessante di questo ragazzo biondo e schivo, dai tratti taglienti e gli occhi chiari.
Quello che si fa ancora più intrigante è la banalità dimostrata dalle sue risposte all’intervista di Marzullo. Oppure è probabilmente Marzullo che fa sembrare banale qualsiasi risposta. Ma in fondo, un ragazzo dotato intellettualmente come lui, deve rispondere per forza in modo grandioso alle risposte di un’intervista? Questo un po’ mi fa pensare come il mezzo televisivo sia un nulla rispetto alla potenza espressiva della parola scritta… Potrebbe dirsi che disdetta in un’epoca dominata dalla presenza in tv, ma direi che fortuna che è un’epoca in cui Internet sta invece ridando enorme importanza alla parola scritta e non solo all’immagine (anche se ciclicamente si tenta di farla diventare qualcosa di simile alla televisione, penso ad esempio ai video ed alle varie forme di fruizione in streaming, per fortuna per ora ancora ai margini della rete). E nonostante ciò la scoperta di un libro scritto in modo classico che fa conoscere un talento narrativo è Molto Bello, molto più che se fosse nato sui blog, per mio modo di vedere.