Come sempre, quando nasce qualche nuova tecnologia/servizio su Internet, gli “esperti” si dividono su diverse scuole di pensiero. Anche per i blog non v’e’ stata eccezione. E io non mi posso trattenere dal dare una “tassonomia”, per quanto pseudo-umoristica, sul fenomeno (che fenomeno, poi, non e’).
I blog, quindi, e i loro autori, allora….vediamo.
Da una parte mi sembra ci siano i “tecnici”. I tecnici pensano che il blog e’ una “nuova” manifestazione del pensiero (tecnologico) e che e’ bene perche’ e’ libera, e’ aggiornata e (tendenzialmente) trasparente. D’altra parte ci sono i “giornalisti” che pensano che il blog e’ il male, e’ un’altra occasione per chiamare con nome diverso quello che loro fanno da sempre come lavoro: scrivere (possibilmente bene) di notizie, informazioni, attualità. Come terza opzione ci sono i “logorroici” che gia’ scrivono ovunque, e per i quali un diario pubblico e’ semplicemente un tassello in piu’, del tutto naturale, alla loro possente vena comunicativa. Come macrocategorie posso ravvedere anche i “normali” che scrivono quando hanno qualcosa da dire e per il resto tacciono, e i “caotici” che scrivono in modo che o si amano o si odiano.
Siccome i “tecnici” sono puristi, questo lo sappiamo bene, un blog di un tecnico appare tendenzialmente razionale. Sobrio, sovente adotta colori pastello, e’ adornato da qualche bollino riportante software e/o hardware, e i suoi post sono segnalazioni, spesso riflessioni, mai troppo lunghe e quasi mai superflue. I tecnici non amano la polemica, e se qualcuno li cita, o riporta brani del loro blog, loro risponderanno semplicemente “Grazie”.
Se siete un tecnico, vi linkeranno. Se si parla male di loro, spiegheranno con un unico commento, incisivo e senza replica, di avere ragione.
Di altra pasta son fatti i “giornalisti”, cioe’ la categoria omonima di bloggatori. Essi non amano particolarmente il blog perche’ pensano che risulti meno leggibile di un articolo, piu’ impreciso di una notizia, malamente personalizzato e sostanzialmente poco verificabile. I blog “giornalistici” sono pochi, e spesso non sono altro che forum: lettori contribuiscono, lettori commentano, il giornalista diffonde opinioni personali (a volte autorevoli a volte meno). Alcune eccezioni costituiscono blog di vero-giornalismo, blog come un reportage o un articolo per il giornale.
Ma la categoria piu’ interessante,forse, e’ composta dai “logorroici”. Questi scrivono fiumi di inchiostro, virtuale, su pagine e pagine (archiviate diligentemente) di blog. Sono linkati da tutti, linkano tutti, sono spesso meglio di un buon giornale, a volte sfornano polemica pura, e rappresentano per noi bloggatori una specie di “porto sicuro”, un luogo virtuale dove confrontarsi, e confrontare, il sentire della cd. blogosfera. I “logorroici” scrivono talmente tanto che un “normale” si chiede dove trovino tutto questo tempo, e si finisce col rispondersi chissenefrega, e’ talmente bello che l’ultima cosa che verrebbe in mente di chiedere e’ dove trovano il tempo. Comunque ci si pensa.
I “normali”, poi, l’altra categoria molto interessante. Quelli che non scrivono ne’ troppo, ne’ troppo poco. Che sono bloggatori fidati, che visitano sempre qualche amico di penna (virtuale), che, anche se distrutti, discettano su qualche tema d’attualita’, magari per segnalare, per dare il proprio contributo alla discussione, o per farsi qualche nuovo amico di penna.
Insomma, un mondo. Un mondo che qualcuno vorrebbe etichettare come “moda”. Ma le mode vanno e vengono, e questa non mi sembra una moda che andra’ via, quanto meno non tanto presto ne’ facilmente. I blog infatti sono una cosa antica (il diario pubblico) riproposta con mezzi nuovi e potenti come Internet. C’e’ il bisogno di comunicare e c’e’ la tendenza a farlo in modo immediato, a farlo leggere a tutti contemporaneamente ed avere un riscontro altrettanto immediato o quasi: questo e’ permesso dal nuovo mezzo, ed e’ entusiasmante.
L’importante e’ come sempre non esagerare (i rischi di polemiche stile “flame”, cioè litigi virtuali – ma molto reali – sono sempre in agguato, e valgono anche su Internet), e anche capire cos’e’ / cosa non e’ il blog: non e’ un giornale, non e’ un’agenzia di notizie, non e’ un nuovo mezzo commerciale per “fare soldi” con la Rete. E’ un diario pubblico, e’ un diario ragionato, un flusso di commenti, altre volte e’ un insieme di sensazioni e di emozioni, spesso personalissime.
Ma comunque non e’ una temporanea e inutile moda tra le tante sulla rete.