In attesa di riscrivere il famoso post sui blog che mozilla mi ha perso, oggi cito per intero Gaspar di cui ho fiducia, sul libro Blog Generation di Giuseppe Granieri. Libro che non ho ancora letto (non leggo mai libri sui blog per motivi religiosi). Vedremo…
Spero che questo sia l’ultimo libro in cui si parla di blogger. Certamente è l’ultimo che compro. Per citare Giuseppe stesso:
“Oggi che i blogger non sono più uno sparuto gruppo di avanguardisti ma milioni di persone, probabilmente non ha più neanche senso parlare di blogger. Ormai chiunque può utilizzare un weblog per avere un suo punto di presenza in rete e per pubblicare i suoi contenuti; e coloro che lo fanno non hanno nulla in comune se non un paio di conoscenze procedurali, utili a far funzionare l’applicazione che gestisce i contenuti e li pubblica.”
2 thoughts on “Blog generation (GT)”
Non credo scriverò mai un libro sui blog, anche perché tutto quello che c’è da dire, a mio avviso, si può ricondurre a poche righe: il blog ha realizzato appieno quella che era una delle promesse della Rete Globale, ovvero di dare a ciascuno, senza restrizioni, la possibilità di diventare pubblicista delle proprie idee, opinioni, racconti, immagini, insomma di tutto ciò che la mente umana, nel bene o nel male, è capace di produrre. Ha fornito un contenitore e un canale. Poi il contenuto spetta a noi metterlo. Ma soprattutto sta insegnando alle persone a confrontarsi, a esporsi anche alle critiche pesanti di altre persone. Il futuro? E’ solo una questione di numeri arrivare a dare voce alla “maggioranza silenziosa”. Per quanto mi riguarda è un’opportunità di maturazione. Scorrendo i vari blog ci si rende conto di quanti sconosciuti non hanno nulla da invidiare a scrittori, poeti, giornalisti, fotografi famosi. Il che ci porta a riflettere e a vedere le cose in una prospettiva diversa.
Secondo me scrivere libri sui blog ha poco senso, ma se questo può servire a divulgarne la conoscenza e magari a farli uscire dall’ambito “ghettistico” ben venga. Però i risultati non li conosco, bisognerebbe vedere chi li legge, questi libri, al di là degli addetti ai lavori e dei…blogger stessi!
Io continuo a credere fortemente nei blog : non li vedo come una moda ma anzi come un’occasione di crescita e di confronto proprio come dici tu. Speriamo che si superi questa falsa presunzione della “cricca” che qualcuno denuncia (Nicoletti, tanto per citare l’ultimo), alimentata da studi fatti molto male come quello di Casaleggio (per me).