Pensi all’anima sua
di Michele Serra
Il senatore leghista Simone Pillon ha provveduto a scrivere su Vittorio Zucconi le seguenti parole: «Prego per lui perché al là delle inutili e faziose celebrazioni di Repubblica si salvi l’anima. Ora, dove si trova, vede tutto molto chiaramente».
È una specie di sequestro di persona post-mortem. Non bastando, ai fondamentalisti, l’intolleranza in terra, tentano di estenderla anche laddove il sorriso allegro di Vittorio se ne va a zonzo, libero e leggero, oltre il profilo dei monti, oltre le onde del mare, in fondo al rettilineo interminabile di una Statale americana. In quell’oltre quelli come Pillon vedono solo espiazione e punizione, una specie di penitenziario retto dal Padre contro i figli; e uno spiraglio di luce solo per chi ha pagato la bolletta con le sue giaculatorie e la sua sottomissione.
Loro, di quell’oltre, si considerano i concessionari esclusivi. Lo hanno costruito loro, non certo Dio, a misura delle loro paure e delle loro necessità di controllo sociale e politico (per dire quanta spiritualità ci sia, dentro quel nero ordine: zero!) e non concedono, a noi miscredenti, nemmeno la libertà di andarcene alla nostra maniera. Che non è la loro.
Non trovo le parole per dire quanto irrispettoso, anzi quanto violento sia questo necrologio non richiesto. Di tutto hanno bisogno, le nostre anime incerte, tranne che di farsi raccomandare al creatore dal senatore Pillon. “L’anima sceglie il proprio compagno”(Emily Dickinson). Non è lei, senatore Pillon, la compagnia che Vittorio avrebbe scelto. Si taccia, per cortesia, e pensi all’anima sua, che alla nostra provvediamo da soli. Grazie.
28 maggio 2019 (qui)