Luciano Giustini ragionamenti a lettere..

Fenomenologia motociclistica romana

Girando in moto mi succede naturalmente di osservare il cambiamento della fauna dueruotista degli ultimi anni a Roma. Di fatto, erano 4 anni che io non giravo più in moto, e alcune cose sono molto cambiate.
D’altronde, non mi sarei così tanto sorpreso se solo avessi osservato le vendite delle due ruote che da anni seguono un andamento molto diverso da tutti gli altri paesi europei, premiando gli scooter rispetto alle moto ed agli enduro. Ecco ad esempio la classifica di Novembre delle prime 10 dueruote più vendute in Italia (da Motorbox):
1. HONDA SH 150 (27.683)
2. PIAGGIO BEVERLY 250 (19.687)
3. HONDA SH 125 (11.610)
4. YAMAHA TMAX 500 (10.075)
5. PIAGGIO BEVERLY 500 (9.206)
6. APRILIA SPORCITY 200 (8.505)
7. HONDA HORNET 600 (8.177)
8. SUZUKI BURGMAN 400 (7.759)
9. YAMAHA MAJESTY 400 (7.757)
10.YAMAHA VERSITY 300 (7.321)
Come il lettore attento noterà, il più venduto in assoluto è uno scooter, il resto sono tutti maxiscooter, ad eccezione dell’unica moto, che compare al settimo posto.
Strano? No, in città gli scooteroni sono comodi. Gli italiani amano le comodità. Gli italiani amano gli scooteroni.
Che poi siano apparentemente più guidabili (maneggevoli) ma nel frattempo molto più insicuri e instabili rispetto ad una moto vera, questo ovviamente nessuno ve lo dirà mai, quando li andate a comprare. Ma, diciamolo, non ve n’è neanche motivo di saperlo. Sono tutte queste persone che, provenendo dalla macchina, si ritrovano a guidare un trespolo che fa i 160 all’ora, ha la posizione di guida di un Harley Davidson, l’agilità di un endurino ma la frenata di un motorino, e tutto ciò fa un po’ preoccupare.
Dicevo, la mia osservazione di questi mesi, alcune cose sono rimaste uguali a quando guidavo prima del 2000, mentre altre sono cambiate.
I motorini con adolescente: sono rimasti uguali. Fanno meeeeeeee meeeeeeeee meeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee fino a triturartele, alché tu fai SBRUMM e la smettono. Ti guardano strano con un mix tra ammirato e sospreso e sembrano pensare “uh…moto”. Poi per il loro limite intrinseco (sono pure sempre cinquantini, anche se viene ancora prodotto, aggiornato, il mitico Fantic Caballero della mia adolescenza) rimangono indietro e quindi il problema si risolve da solo.
Gli scooter: sono aumentati tantissimo, si diceva! E’ così. Sembra che a Roma ci siano solo Honda SH, Liberty, Beverly e qualche altro modello che non ricordo. Te li ritrovi davanti, di fianco e di dietro. Trasversali a tutte le età e stili di guida, non sai mai come toglierteli correttamente da torno, perché non sai come potrebbero reagire. Il guidatore sarà esperto? Non è che se poi gli passo affianco così vicino e veloce quello mi si impappina o peggio fa una manovra imprevista? E’ una donna? Se si, meglio stare attenti e superare l’ostacolo con perizia e mooolta attenzione (le donne guidano benino, ma appena ti distrai TRAC svoltano all’improvviso). E’ un signore anziano? Lo riconosci perché va piano (fa pure rima), ha i riflessi lenti ed in genere ha un’andatura tra il terrorizzato e il transitivo: meglio superare con cautela.
Di norma, hanno un rumore metallico costante fastidiossismo ed una preponderanza statistica al guidare male. Ma non tutti. E non è questa la categoria peggiore, assolutamente, perché questa palma spetta ai…
I maxiscooter: il nemico pubblico numero uno del motociclista. Sono gli scooteroni dopati, quelli enormi, lunghi, con cilindrate sopra i 400cc. Mentre te ne stai sulla tangenziale trottelerrando normalmente ad una velocità nominale media, loro ti segano le orecchie passandoti a 2cm a velocita’ tripla alla tua con aria di sfida, per poi inchiodare 100 mt dopo, slalomando tra le macchine furiosamente come delle faine inseguite da un coccodrillo, per rifermarsi immediatamente al semaforo rosso sbuffando. Questa è la configurazione minima.
La configurazione media prevede la sigaretta accesa, il cellulare in mano senza auricolare e il casco slacciato, in genere accompagnato da uno sguardo da spaccami-la-faccia-ora, la barbetta curata con la riga, e un vago parlottare inverecondo verso qualcuno-qualcosa che non li fa muovere verso i 10 metri di semaforo successivi.
La configurazione massima si ottiene invece con la combinazione delle scarpe a papera (quelle tipiche dei venditori per capirci), insieme alla posizione delle gambe – aperte, in altre parole devono tenere i piedi al limite delle pedane e rigorosamente in fuori – e con il busto ben buttato all’indietro. E’ più facile a vedersi che a spiegarsi! In genere mi fanno pena, a volte li supero (se proprio mi fanno inca..are gli sego le orecchie a velocità consone), altrimenti lascio stare.
Perché camminano, e parecchio pure. Sulla strada e ovviamente anche altrove (di norma, non hanno tempo da perdere, loro, a curarsi dei pedoni o di altre quisquilie come i segnali stradali).
Fanno eccezione gli Yamaha Tmax 500, in genere guidano meglio. Ma c’è un perché: il Tmax in realtà è una moto camuffata sotto mentite spoglie da maxicooter. eh:)
Gli enduro: sono sempre meno, ma ci sono ancora, magari camuffati o ingentiliti. Le moto on-off road prima erano la regola, ora ci sono delle specie di moto miste, tipo il Ducati Multistrada, che consentono una guida più rilassata nel traffico, sono più alte e maneggevoli, ma mostrano i limiti dell’altezza e della scarsa propensione stradista nei trasferimenti veloci o in quelle belle strade provinciali tutti curve (slurp).
Stradali: sono moto come la mia. In genere ci si guarda con distrazione e facendosi anche i ca..i propri. Non si fa mai gara con una moto di simile potenza alla tua, anzi il “prego passi prima lei” è la norma generalmente rispettata.
Le supersport: ecco, qui non c’è storia. Una supersport come può essere una Kawasaki Ninja, ti si affianca giusto perché c’è traffico. In generale appena può ti passa sopra, sotto e anche di fianco, a velocità da smaterializzazione patente, e senza il minimo avviso. Le vedi appena, poi scompaiono all’orizzonte e ti chiedi come fanno a passare sull’Olimpica a 230 orari senza spalmarsi. Sono inquietanti.
I biemvuisti: in costante aumento, purtroppo. Sicuramente quando e se mai avrò una moto BMW, ne parlerò benissimo perché così si dice, quando passi da quella parte.. Ma per ora la categoria mi sembra stabilmente detenuta da dei fissati, tronfi e pieni di boria che guidano in modo bislacco queste moto costosissime, leccatissime, piene di borse, borsoni, e con manubri sempre troppo alti e troppo larghi. Insomma, a parte la K 1200 (da paura) le BMW rimangono molto distanti dal mio modo di concepire la moto.
I pony express: ci sono ancora! Sono in diminuzione ma esistono. Il che mi fa sempre pensare. Questi poveracci li riconosci subito, il viso nero, l’aria strafatta dalla stanchezza, lo sguardo perso oltre il rosso del semaforo, il motorino distrutto da migliaia di kilometri. Portano lettere, pacchi e pacchetti in giro per la città respirando smog e rischiando cadute (buche) e polmoniti (pioggie) ogni giorno. Ammirevoli.
addendum
Un po’ sorpreso ma anche lusingato, ringrazio il motofun club BMW “Quelli dell’elica” per la commentatissima citazione 🙂