Una cosa che mi dà l’urto sono gli orrori ortografici nella pubblica amministrazione. Non dico che tutte le scritte devono essere perfette, per carità, ma almeno corrette sì, nel pubblico si dovrebbe.
Così, già la prima volta che ero passato vicino piazza San Pietro, qualche tempo fa, mi aveva colpito all’occhio questa scritta su un cartello stradale (per le “botticelle”, le carrozze trainate da cavalli tipiche di Roma). Poi m’è passato di mente, fino a quando stasera su flickr non ho notato che qualcuno ha fotografato proprio quel cartello:
Ora, l’errore, evidente, è che la trazione non è ippica (che è sostantivo), bensì equina (aggettivo). Ad aggravare la posizione di chi ha inventato quel cartello c’è pure il fatto che a Roma si dice proprio “Datti all’ippica”: più chiaro di così!
Purtroppo gli svarioni sono all’ordine del giorno nella cartellonistica stradale italiana ed a questo bisognerebbe davvero porre rimedio. Ad esempio si potrebbe rendere obbligatorio per ogni cartello scritto almeno una verifica di una persona che sappia bene la lingua. Considerato che nei miei viaggi ho visto cartelli con orrori di ogni tipo, e che ci sono perfino apposite rubriche che segnalano queste cose su riviste e siti specializzati, per dire quanto siano diffuse, sarebbe il minimo. Posso magari capire che i comuni più piccoli abbiano meno esigenze in tal senso, ma almeno quelli grossi. E almeno la capitale!
errata corrige
Letteralmente. A quanto pare (vedi i commenti) mi son sbagliato: “ippico” è un termine che funge anche da aggettivo e va bene, forse non è proprio corretto usarlo vicino a “trazione”. Mi cospargo il capo – siamo vicini alle Ceneri, e ringrazio i miei linguisti lettori! 🙂
4 thoughts on “Gli svarioni del Comune di Roma”
Egregio, mi duole dissentire: l’aggettivo “ippico” esiste, significa “di cavalli”, e nella forma femminile è “ippica” 🙂
“Trazione ippica” dunque è formalmente corretto.
Ossequi equini :-))))
epperò il De Mauro specifica al lemma ippico
“relativo all’ippica o ai cavalli, in quanto impiegati in tale attività sportiva: gara ippica, concorso ippico”
Quindi, a meno che le carrozze non intendano rinverdire i fasti di Ben Hur, il termine mi sembra poco corretto…
Il De Mauro, così come il Le Monnier, non sono certo ai vertici dell’olimpo linguistico. E questo lo sa bene chi si occupa di linguistica. Il discorso è molto semplice: ci sono tre lemmi che in questo caso si dovrebbero prendere in considerazione, ovvero Ippico, Equino, Equestre. Ippico ed Equestre sono sinonimi, significano entrambi “di cavalli, relativi ai cavalli”, ma non sono circoscritti unicamente allo sport dell’ippica: è più corretto dire che nella lingua italiana si sono specializzati in un grado di tecnicità espressiva (gara ippica, circo equestre, andatura equestre o ippica (nelle parate), statua equestre, etc.) Il termine Equino, invece, si riferisce agli ambiti biologici del cavallo (carne equina, macelleria equina, dentatura equina). Pertanto, sarebbe ridicolo dire “trazione equina”, perchè la trazione di per sè è un fenomeno meccanico; sarebbe corretto invece “trazione equestre” (o ippica: i due termini sono sinonimi). Il problema è che nella sensibilità individuale del parlante entrano in gioco innumerevoli fattori di tipo socio-culturale: per un romano, per il quale il termine “ippica” è riferibile unicamente allo sport, sarà difficile cogliere la sfumatura dell’aggettivo “ippico”.
In ogni caso, sono sfumature su cui raramente i dizionari si soffermano(a meno che non siano dizionari specialistici), per cui è facile cadere in errore. Spero di non aver annoiato troppo, perchè correrei il rischio di sentirmi dire: datti all’ippica! 😀
Saluti
Isi: sono d’accordo con te. I dizionari in rete purtroppo non sono così sofisticati. Ne’ lo sono io che sto alle regole di base: sostantivo-aggettivo 😀 Non conoscevo queste definizioni e prendo atto cospargendomi ecc. 🙂
Comunque hai trovato un degno alter ego, perche’ il Mau e’ un ottimo linguista!