Le recensioni non sono mai state il mio forte, ma vorrei segnalare lo stesso questo libro, scritto da una ragazza ucraina, Marina Sorina, che ormai vive stabilmente in Italia. L’ho ricevuto in regalo, e non pubblico la foto di copertina perché secondo me (ed anche a parere dell’autrice stessa) non rende assolutamente giustizia al libro nè ha molta attinenza con il contenuto, ma è stata una scelta di marketing dell’editore.
“Voglio un marito italiano” è praticamente un romanzo, seppur pseudo-autobiografico, scritto bene. La cosa sorprendente, per me che per certi versi ho vissuto indirettamente questi temi, è che dà un ritratto dell’Italia veritiero e impietoso, come appare dal di fuori, soprattutto nell’Est Europa, nella dimensione del sogno, del Paese delle meraviglie, e di come invece si dimostra essere nella realtà, una volta che ci si viene per vivere, di Repubblica fondata sul pregiudizio.
Vi sono alcune pagine con la descrizione delle nostre convenzioni, delle limitatezze e della finzione che ogni giorno portiamo in atto nei rapporti umani, nella gestione e nella stessa condizione di vita, dell’incredibile ed irripetibile bellezza del nostro paese e del nostro clima che neanche riusciamo ad apprezzare più, e tutta una serie di considerazioni che rappresentano un punto di partenza molto reale per un approfondimento sul confronto, non solo delle diverse mentalità, ma anche della qualità della vita, dell’approccio stesso alla vita, e di quell’enorme macigno che grava sempre su tutti noi in particolar modo italiani che si chiama appunto pregiudizio, unito al prepotente provincialismo di “maniera”, osservato e descritto dalla protagonista in maniera doviziosa dalla particolare angolatura di chi ha amato ed ama questo paese e le persone che lo abitano, quasi in paradossale contrasto con le persone che lo popolano realmente.
Sono entrato in contatto con l’autrice, il cui confronto è reso ancora più interessante, da questi anni nei quali probabilmente ha colto ancora più aspetti di un paese che è controverso e complicato come il nostro.