“Sex Crimes and the Vatican”
Nella traduzione di Bispensiero (Google video)
Nota – per riferimenti consultare questa pagina
parte 2
Video | Commento |
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Speaker: Aiden restò così impaurito che ha taciuto per quarant’anni. Il prete che l’ha stuprato non è stato mai punito. Per capire a fondo il Crimen Sollicitationis, Colm si incontrò con Padre Tom Doyle, un esperto di diritto canonico, un tempo stimato in Vaticano, ma oggi non più a causa del suo interessamento agli abusi del clero. |
Non è stato mai punito perché si è ucciso prima di arrivare al processo (come si deduce dal seguito del video, peraltro). Padre Doyle non era assolutamente conosciuto nè aveva alcun ruolo neppure marginale in Vaticano, bensì era un cappellano dell’Ordinariato militare degli Stati Uniti |
DOYLE – Il Crimen Sollicitationis prescrive una politica di segretezza assoluta su tutti gli abusi. Quello che leggiamo qui è una chiara politica di copertura dei casi di abuso commessi dai preti. E anche la punizione per quelli che vorrebbero richiamare l’attenzione su questi crimini ad opera del clero. Il che prova che le gerarchie ecclesiastiche sono interessate unicamente al controllo della situazione. C’è la chiara evidenza che la preoccupazione è solo di controllare e contenere il problema. Da nessuna parte c’è scritto di aiutare le vittime. La sola cosa che impone, invece, è di terrorizzare le vittime con la minaccia di punirle se raccontano l’accaduto. L’obiettivo è proteggere la reputazione dei preti, finchè la Chiesa non compia indagini. In pratica copre i preti pedofili. |
Nella Crimen sollicitationis non si evince nulla di tutto questo, come è stato detto prima (precedente post): si chiede il segreto a coloro che partecipano al processo canonico. Stop. Non c’è alcun divieto di dire le cose, non c’è alcuna “chiara evidenza” che la Chiesa abbia comportamento omertoso, e infine: come “terrorizzerebbe le vittime”, punendole con cosa? Se ci fosse scritto qualcosa anche lontanamente simile a questo va bene, peccato che invece v’è scritto esattamente il contrario: chi viene a conoscenza di qualcosa deve parlarne con le autorità ecclesiastiche, e immediatamente, pena scomunica.
Infine, Doyle stesso ha dichiarato che alcune parti dove correggeva errori d’interpretazione di O’Gorman sul Crimen Sollicitationis sono state tagliate. |
Speaker: Fu Ratzinger a imporlo per 20 anni, l’uomo eletto Papa lo scorso anno. Nel 2001 Ratzinger emanò il seguito del Crimen Sollicitationis. Lo spirito era lo stesso. Ribadiva con enfasi la segretezza, pena la scomunica. Ne inviò una copia ad ogni vescovo del mondo. Recentemente ha aggiunto che tutte le accuse devono essere vagliate esclusivamente dal Vaticano. In altre parole solo Roma può pronunciarsi sugli abusi sessuali sui minori. |
1) La Crimen sollicitationis è stata superata nel 1983 a causa della riforma del Codice di Diritto Canonico e 2) il documento non riguardava l’azione della congregazione ma era rivolta ai vescovi. Ratzinger non ha emanato “il seguito”, ma una lettera operativa (De Delictis Gravioribus) che accompagnava la nuova legislazione sugli abusi sessuali emanata da Giovanni Paolo II nel 2001. Lo spirito era lo stesso, vero, ma appunto in significato diametralmente opposto a quel che dice il giornalista, in quanto esattamente come diceva la Crimen sollicitationis la scomunica sopravviene nell’unico caso in cui non si denuncia al proprio superiore quanto si sa. Infine non è che Papa Ratzinger ha “recentemente aggiunto che tutte le accuse devono essere vagliate dal Vaticano” ma questo era scritto nel motu proprio di Giovanni Paolo II. |
(…) COLM: il nuovo documento fu un’opportunità mancata di modernizzare l’atteggiamento della Chiesa, proprio mentre stavano esplodendo gli scandali più gravi negli Stati Uniti. |
Peccato che quando uscì il documento tutti i commenti dei giornalisti furono “Finalmente la chiesa usa il pugno di ferro contro i pedofili”! |
Speaker: Colm andò allora a Roma per capire se si trattava di casi isolati sfuggiti al controllo del Vaticano o una copertura sistematica da parte delle gerarchie ecclesiastiche. COLM – Mentre nel 2002 gli scandali esplodevano in Irlanda, centinaia di casi stavano emergendo negli Stati Uniti. Un rapporto degli USA denuncia 4.500 preti accusati di violenza o abusi sessuali sui minori. |
Il rapporto è quello del John Jay College, pagato (profumatamente) dalla Chiesa stessa ma indipendente, che invita attentamente a distinguere fra “accusati” e “condannati” e fra “rapporti con minori” e “pedofilia”. Il 78,2% dei casi non sono di pedofilia: cfr. Introvigne. |
Speaker: Il centro degli scandali era Boston, e la storia si ripetè ancora una volta: i preti accusati venivano sollecitamente spostati da una parrocchia all’altra. Nuovamente veniva operata una copertura sistematica. Al vescovo prontamente allontanato subentrò allora Padre Patrick Wall, un ex benedettino al quale il Vaticano ordinò di imporre il Crimen Sollicitationis nelle diocesi del Minnesota. |
Se i vescovi li spostavano violavano la Crimen solliciationis, inoltre non potevano imporre quel documento perchè non era più valido, e casomai dovevano imporre l’altro, che non diceva di mettere tutto a tacere.
L’espressione “imporre il Crimen Sollicitationis” è assurda, ma non solo e non tanto perché il documento non era più in vigore, ma perché non parlava affatto di casi di fronte a Tribunali dello Stato e dedicava ai casi di abusi con minori una riga (cfr. Introvigne). Inoltre “imporre il Crimen Sollicitationis” avrebbe significato imporre le norme, applicate analogicamente ai casi di abusi di minori, che impongono di denunciare gli abusi entro una settimana pena la scomunica. Infine la frase denuncia ignoranza abissale del diritto canonico: finché una fonte di diritto è in vigore, è in vigore per tutta la Chiesa di rito latino e non c’è bisogno di “imporla” a una diocesi o a una parrocchia. |
WALL: Ero parte del sistema, ma mi accorsi di essere manovrato ingannevolmente. Fu la “notte dello spirito”. Tutto quello in cui avevo creduto per 10 anni… Decisi di non lavorare più per una istituzione che si sforzava di sembrare santa, ma che pensava solo a proteggere se stessa. Speaker: Quando un prete fu accusato di abusi, fu semplicemente trasferito e Padre Patrick prese il suo posto. WALL: La maggior parte dei casi non fu mai scoperta. La Chiesa è riuscita proprio in questo. Quello che realmente la chiesa vuole nei casi di abuso e violenza sui bambini, è che nessuno lo scopra, che tutto sia messo a tacere, che tutto sia soffocato. Se c’è bisogno di pagare, o di trovare un accomodamento, viene fatto. Avevamo un budget di 7 milioni di dollari nel 1996, destinato a questi casi. Ma soprattutto, dovevamo rispettare l’ordine che imponeva il segreto e dovevamo attenerci a quest’ordine, per soffocare gli scandali. Si poteva fare il possibile per le vittime, ma l’essenziale era mantenere la stabilità, la pace e la calma. Quindi quello che si doveva realmente fare era celare lo scandalo. (…) (dialoghi di O’Grady dal film) |
La Chiesa non aveva “un budget di 7 milioni di dollari” ma è stata condannata a pagare globalmente 7 milioni di dollari con un’applicazione punitiva del principio della responsabilità oggettiva (anche se in parte questo denaro è stato pagato dalle società di assicurazione). Se il padre Patrick nascondeva i casi violava precisamente finché era in vigore l’istruzione “Crimen sollicitationis” che impone la denuncia al tribunale ecclesiastico pena la scomunica. E almeno dal 1984 la prassi negli Stati Uniti è quella di denunciare anche ai tribunali dello Stato i casi di abusi per cui esistano indizi seri e concordanti. Due vescovi in Florida che non hanno seguito questa prassi sono stati rimossi. Il vescovo Mahony non è stato rimosso, anzi è stato promosso cardinale, ma in realtà l’ha seguita (cfr. Introvigne). |
(…) Speaker: Nel 2002 la Chiesa cattolica americana reagì allo scandalo che montava, istituendo un’associazione indipendente, chiamata Comitato Nazionale per il Riesame. Questi, per prima cosa, analizzò la reale portata del problema. (…) SPEAKER: Nella lettera di dimissioni Keating disse: “i preti non obbediscono ai mandati di comparizione, fanno sparire i nomi degli stupratori. Questa è una organizzazione criminale, non la mia Chiesa”. Il Comitato comunque andò avanti e produsse una Carta per la protezione dei bambini. In tutto l’Occidente le accuse contri i preti provocarono risposte di questo tipo. In Inghilterra la Chiesa Cattolica ha introdotto un sistema di protezione dei bambini. Ma queste direttive sono frammentarie e il Vaticano non ha un solo documento fatto per proteggere i bambini dagli abusi sessuali da parte dei preti. COLM: In America, nonostante la spinta alla trasparenza, quando l’attenzione dei Media calò, la Chiesa continuò ad analizzare le accuse in segreto, continuando ad emarginare le vittime. |
Se precedentemente c’era un’associazione creata appositamente per le vittime… Nel caso O’Grady il vescovo Mahony ha sempre negato, sotto giuramento, di essere stato a conoscenza dell’episodio del 1976 quando ha dovuto affrontare quello del 1984. A chi credere? A un cardinale o a un detenuto che sa che, se svolgerà bene il suo compitino contro la Chiesa davanti alle telecamere, gli sarà condonata metà della pena e tornerà libero di muoversi e magari (come si vede proprio in “Deliver us from evil” di Amy Berg) di andare ad appostarsi vicino agli asili? Questo vale anche per tutte queste frasi sulle vittime. Se O’Grady oggi è un uomo libero è per questo accordo con avvocati e giudici e per essersi schierato contro la Chiesa. Nel 2006 parlando ai vescovi irlandesi Benedetto XVI ha detto che la prima priorità – s’intende nei casi di abusi reali – è proprio privilegiare le vittime. E’ assurdo che il Vaticano debba “proteggere” i bambini, e mica i bambini si proteggono con documenti. La reazione dell’autorità centrale c’e’ stata eccome, agli errori che sono stati commessi a livello locale. Ma di questo fatto non c’è traccia nel video, mentre si continua a difendere la tesi che sia tutta la Chiesa insieme a commettere questi presunti errori, volontariamente. |
SPEAKER: Il Vaticano non ha risposto alle ripetute richieste di un’intervista sui casi esposti qui. Padre Henn ha perduto la sua battaglia contro l’estradizione negli Stati Uniti. Scappò dal quartier generale dei Salvatoriani, a Roma, dove si trovava agli arresti domiciliari. Si crede che si nasconda da qualche parte in Italia. C’è un mandato internazionale per il suo arresto. Il prete cattolico Oliver O’Grady scontò sette anni per abusi sui minori. Anche se gli psichiatri americani lo avevano definito uno stupratore sistematico che aveva bisogno di curarsi per tutta la vita, fu riportato in Irlanda nel 2001. Poiché tutto si svolse negli stati uniti, il suo nome non appare nel Registro dei criminali sessuali irlandesi e non ci sono restrizioni per quanto riguarda i suoi contatti con i bambini. |
Qui sembra quasi che sia stato il Vaticano a farlo uscire. Ma il prete O’Grady fu mandato in Irlanda dalla giustizia civile, che evidentemente ha qualche falla.
Per quanto attiene alla vicenda dei Salvatoriani, le questioni di estradizione sono molto complicate. A meno comunque che il sacerdote in questione non esca mai per strada e rimanga sempre in edifici che godono di extraterritorialità (il che sembra rocambolesco) se è a Roma entra in territorio italiano e l’estradizione va chiesta all’Italia… che spesso non la concede verso gli Stati Uniti per ritorsione perché gli Stati Uniti spesso non la concedono verso l’Italia e perché in molti casi ritiene che le garanzie per gli imputati e la situazione carceraria non rispettino gli standard dell’Unione Europea, comunque non per motivi che ineriscano specificamente alla pedofilia o ai preti in genere (Introvigne) |
PM: – Che altro è successo dopo tutto quello che è accaduto? O’GRADY – Niente. La vita è andata avanti. |
Da come è riportato il dialogo sembra, ancora, che grazie al Vaticano abbia potuto continuare a fare una vita “normale”. Ora sappiamo che è il contrario, è grazie alla sua partecipazione in quel film. |
(2 – fine | parte 1 )
Si ringrazia il dott. Massimo Introvigne per la fattiva collaborazione.
Ha collaborato Duca De Gandia
One thought on “Errori e falsità del video BBC (parte 2)”
Errori e falsità contenuti nel video BBC (parte 1)
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