Orbene, è giunta anche in suolo patrio la notizia che l’aviaria contagi i mammiferi (che poi non è una nuova, ma siccome era accaduto solo oltre le province lontane dell’impero, non si sapeva). Certo, riguarda solo quei gattacci che hanno l’ardire di magna’ a quattro ganasce (a Roma, a quattro palmenti altrove) interiora, polmoni, intestini, insomma che non vanno tanto per il sottile, ma tant’è…
Intanto, da queste parti, nel mio giardino, si assiste oramai quotidianamente a teatri di guerra – che l’aviaria gli fa un baffo: uccellini di ogni forma e foggia che un tempo gioiosamente festavano intorno ai rimasugli di cibo che mia madre premurosamente depositava, ora vengono cacciati crudelmente dalle cornacchie, le quali ignorano ogni buona creanza si pappano tutto e non vogliono nessuno tra le zampe. Le quali cornacchie a loro volta vengono cacciate dai gatti (quelli di prima, un po’ famelici) i quali giustamente stanno aspettando questo momento per rispolverare la loro ars belli: ore di appostamento e movenze feline per prendere una cornacchia gigante intenta a gozzovigliare. Il tutto, mentre è arrivata, non so da dove, una piccola colonia di pappagalli, che staziona sugli alberi e rumoreggia. Ora, tra cornacchie e pappagalli fanno un casino…