E’ stato un avvio di vacanza tumultuoso: col mare mosso gli aliscafi sono fermi, e siamo dovuti partire da Terracina anziché Anzio. Se soffrite il mal di mare scordatevi i traghetti quando il mare è mosso. Io non lo soffro, e sono stato imbarazzato lo stesso. I traghetti che vanno a Ponza partendo da lì non hanno stabilizzatori e ondeggiano come otarie in calore.
Arrivati all’isola, la sua bellezza è mozzafiato. Si fa presto ad innamorarsene ed a decidere di rimanerci qualche giorno di più. Attenzione a non farvi prendere dalla smania di fare. L’atmosfera ponzese è elegante e sobria, tipicamente italiana. Ma anche alcune caratteristiche lo sono..
Una delle cose curiose di Ponza, infatti, è l’organizzazione degli spostamenti. Andare con la propria macchina a Ponza è da stupidi, non si saprebbe dove metterla, e soprattutto le strade sono troppo strette e ripide per una macchina normale. Ma non è detto che NON avere un mezzo per spostarsi sia intelligente, tutt’altro. I prezzi dei taxi e dei noleggiatori (di motorini e di Citroen Mehari verniciate di rosso, in vetroresina) sono altissimi. Io sono stato ospite di un amico che ha la casa a Ponza, e quindi loro sono esperti: hanno un suzukino che tengono lì per questo. La jeep Suzuki è l’ideale per Ponza: stretta, aperta, robusta, e con 4 ruote motrici. Inutile dire che per raggiungere certe insenature o ci si arriva con una barca, o con una jeep come questa.
La vita sull’isola si svolge tra evitare un motorino (guidano abbastanza male, e ovviamente senza casco) che ti viene addosso e un taxi che ti passa sopra. Per fortuna ci sono le bellezze: bellezze mediterranee, geografiche e non. E poi l’acqua, meravigliosa.
A Ponza l’attività principale è spostarsi tra le varie zone dell’isola, prendere (o avere) una barca per andare a Palmarola, e.. conoscersi. Sembra una cretinata, ma l’atmosfera è molto rilassata, rispetto ad altre località balneari “alla moda” c’è una familiarità molto piacevole: fare conversazione anche con chi non si conosce è naturale.. Quando non si è occupati a fraternizzare con le bellezze, ci si rilassa sulle terrazze ventose (per chi ce l’ha) o ci si crogiola al sole. Il sole è molto forte: mi dicono che è tipico di un’isola così piccola, dove il mare intorno fa riverbero. Quindi io personalmente stavo spesso a mollo, per evitare scottature.
Il luogo, in ogni caso, si presta particolarmente a vacanze..con consorte/fidanzata/o. Il romanticisimo è in ogni dove in luoghi fatati come questi. Ponza mi ricorda vagamente Ravello, altra meravigliosa località del Sud Italia dove sono stato anni fa, ma è molto meno malinconica.
La corriera è perennemente bloccata. Una delle cose più ricorrenti dell’unica strada di Ponza sono queste corriere che si bloccano, perché la strada non ha lo spazio per tutti. I vigili fanno quello che possono per controllare il traffico. Forse c’è una soluzione: basterebbe vietare l’ingresso delle auto esterne nell’isola, perlomeno d’estate. Chissà, forse prima o poi lo faranno.
Dopo il mare e le bellezze, è la cucina del pesce il degno coronamento di una giornata ponzese. Freschissimo, ovviamente non è alla portata di tutti. Non solo come prezzi, ma anche come posti: al solito, ci sono i posti “da turisti” e quelli da conoscitori. La fortuna di andare ospiti con persone del luogo è sapere dove mangiare. Io sono stato quasi sempre da “Igino”, che consiglio. I piatti da chiedere: sutè di cozze e vongole, linguine allo scoglio (da leccarsi i baffi), e soprattutto la “pezzogna” al sale. E’ un pesce di profondità, e non viene sempre pescato: bisogna chiedere se c’è. E’ di una bontà infinita, delicato e carnoso. Se non sapete despinarlo, chiedete al cameriere di “ucciderlo” lui. Lo farà a regola d’arte. I prezzi oscillano dai 30 ai 60 euro a persona. Per il vino, hanno un Vermentino bianco ottimo.
Aggiornamento
E’ disponibile il photoblog del viaggio
2 thoughts on “Ponza Story”
ho sfogliato avidamente il fotoblog, davvero spettacolare quest’isola di ponza. Peraltro, notavo che di fronte ai tantissimi pescherecci in porto ci sono ben poche “barcone fighe”. Mi sembra pantelleria, ah 🙂
beh nel porto no, ma davanti alle insenature, alcune “barchine” da 40 metri c’erano (barcone fighe) 😉
Pante non so, non ci sono mai stato (se penso al traghetto…brrrrr…il Duca mi racconta a volte di quando il mare e’ VERAMENTE mosso)..e gli aerei non mi piacciono…