Penso che venerdì andrò a vedere questo: The Day After Tomorrow – L’alba del giorno dopo (di Roland Emmerich, 2004):
Le ricerche del climatologo Jack Hall indicano che il riscaldamento del globo terrestre potrebbe innescare un improvviso e catastrofico cambiamento del clima sul nostro pianeta. La conferma arriva quando iniziano a verificarsi in diverse parti del mondo eventi meteorologici inspiegabili. Mentre Hall è alla Casa Bianca per dare l’allarme, suo figlio Sam rimane intrappolato in una New York improvvisamente sotto zero. Lo scienziato si mette subito in viaggio per salvare ciò che ha di più caro, ma nemmeno lui è preparato ad affrontare ciò che lo attende.
(PS Il titolo è per chi ricorda il film del 1983 sui D-Day After)
4 thoughts on “The Day After Reloaded”
Ritenevo (a torto, a quanto pare) che dopo l’undici settembre, gli americani avessero perso il gusto di produrre film apocalittici, dove vengono proiettate le proprie città in una devastante distruzione.
E’ come se in Italia, a partire dal 1948 avessero prodotto film a Cinecittà, dove mostrano il nostro Paese, le nostre città, i nostri concittadini, proiettati in una invasione militare, in una occupazione straniera devastante quanto lo fù l’occupazione nazi-fascista. Che poi tale orrore venga descritto non tramite un atto terroristico, ma da una catastrofe naturale, il senso non cambia di molto.
Evidentemente, gli americani amano vedersi attaccare da qualsiasi cosa, dentro casa propria per poi far arrivare il supereroe che salva tutti e tutto. Perché in fondo loro sono i buoni e gli altri sono brutti, sporchi e cattivi.
Non è forse questa, l’impronta filologica di tutta la cinematografia americana?
Alla fine i film finiscono sempre bene, i buoni vincono sempre, cioé gli americani. Che il nemico sia un terrorista (Die Hard), un esercito di alieni (Independence Day), o lo stravolgimento climatico (The Day After Tomorrow), alla fine vincono sempre loro.
Da noi invece, le cose funzionano diversamente: ringraziando Dio.
Beh penso che sia proprio l’ultima tua considerazione, forse, la chiave di lettura della produzione cinematografica apocalittica USA: il fatto che gli americani, alla fine, vincono sempre. E’ una sorta di catarsi: loro passano per una battaglia epocale ma devono passarci per uscirne vincitori, oppure sconfitti ma sempre con una lezione morale, “americani state attenti sennò finiamo così”. Parvenze di libertà.
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