Aggiornamento del 17 Aprile 2009
Avendo saputo della morte di Fabio Metitieri, ed essendo questo post linkato da Vittorio Pasteris per indicare l’epiteto di “troll” o “flamer” – ricordando che il post è del 2004 – colgo l’occasione per esprimere il mio dispiacere per la morte di una persona che a suo modo era comunque coerente, e con il quale ho avuto scambi difficili ma sempre sinceri. Condoglianze ed una preghiera per Fabio.
Luciano
Il signore che vedete in questa foto sulla sua homepage, è laureato in scienze agrarie, di professione fa il giornalista, ha lavorato nel campo dell’informatica ed ha un curriculum di tutto rispetto come scrittore e coautore di libri. Che io sappia attualmente collabora con alcune riviste informatiche e scrive recensioni di libri per Internet News (che leggo).
Saltuariamente, questo signore fa degli interventi in alcune mailing list della rete. Beh, “interventi” forse è un termine generico, diciamo che, ecco, fa gli interventi che incidono nella discussione. Ma è soprattutto una sua attitudine, quella che mi riguarda più da vicino: se io esprimo un’opinione da qualche parte, lui scrive qualcosa su di me, tendenzialmente insultandomi.
Voi direte “Perchè?”, e io vi rispondo sinceramente: “Non ne ho la più pallida idea”.
Nel suo presunto attivismo ad personam, questo signore scrive, tra l’altro, che: le mie sono tutte stronzate (ma su qualsiasi argomento, si capisce); manifesta è la mia incapacità (specificatamente nella conduzione di qualcosa affine alle liste, chiaro), e (new entry recentissima!) sono un po’ nazista.
Messaggi presi a caso da un nutrito elenco di epiteti mostrano un’encomiabile costanza. Lui scrive tante cose belle su di me: poi se qualcuno ci crede, tanto peggio. E’ un problema mio, mica suo. Siccome i lavori non si fanno mai a metà, non se la prende con me soltanto ma anche con i miei progetti, a volte generosamente descritti come “cazzate“, ed anche con le persone che collaborano con me, apostrofate in maniera adeguata.
Ignorarlo è impossibile: a parte il detto “calunnia calunnia, qualcosa resterà”, chi non mi conosce (la maggior parte, ovviamente) non sa che questo signore sembra avere una predilezione per scrivere cose negative su di me, e magari potrebbe credere a quel che legge, o porsi inquietanti interrogativi: sarà veramente nazista Giustini? Le origini pugliesi della mamma sono state diramate per ingannare?
Prima che andiate avanti a leggere, però, voglio soddisfare subito due domande che qualsiasi persona farebbe dopo aver letto fino a qui: ebbene la prima risposta è “no”, non gli ho fatto mai nulla, non lo conosco nè l’ho mai conosciuto nè di vista nè su internet (tranne sulle liste dove scrive), e non ho mai avuto relazioni con lui nè professionali nè private. Sono ragionevolmente sicuro, inoltre, che non c’è alcun grado di parentela tra noi.
L’altra risposta è “si”, dopo averlo sopportato a lungo, l’ho escluso una volta dalla lista di Blogcafé, che modero, dopo tutta una serie di attacchi prima al progetto e poi alla lista condotti anche nei commenti al sito, e dopo diversi avvisi bonari.
Ma siccome ad insulti si è portati a pensare con altri insulti, io, anche se ritengo di sembrare banale, vi voglio assicurare che a questo signore non ho mai neanche risposto per le rime (neanche una parolaccia? Neanche. Potete controllare: Internet ha memoria). Perchè semplicemente non è il primo nè sarà l’ultimo che mi capita di incontrare di una particolare categoria esistente su internet:
Il provocatore (o troll)
Chi è il troll? Fiumi di inchiostro digitale si sono scritti su questa simpatica specie telematica. Noi ci atterremo al nostro piccolo esempio nostrano per trarne degli esempi utili.
Il vero troll esprime apertamente la sua opinione sulla netiquette:
(http://it.groups.yahoo.com/group/blogcafe/message/190)
Giustini:
>Se rispetti la netiquette e non fai flame, sei il benvenuto. 🙂
Oh, ma siete fissati, con queste cazzate… E un po’ di vita, via.
Capisco che essere padroncini di qualcosa e poter censurare
lo fa rizzare, ma vedete di controllarvi, su.
Il vero troll è un personaggio che sa farsi amare:
(http://it.groups.yahoo.com/group/blogcafe/message/152)
Proserpina:
>Grazie al cielo ci sei tu che dici un sacco di saggezze!
Ragazzi, inchinatevi tutti, che Dio sta passando sui nostri schermi.
Evita di dire cazzatine gratuite. Ero serio. Prendi la mail di di Giustini e
riassumila in modo comprensibile. Sono sinceramente curioso di vedere se ci riesci. Altrimenti silenzio, non puoi permetterti battutine del cazzo.
Oppure nella sua battaglia personale prende degli abbagli, come questo:
(http://it.groups.yahoo.com/group/blogcafe/message/162)
Giustini:
>io mica sono giornalista. Faccio parte di un’altra schiatta,
>non dirmi che non lo sai? 🙂
No. Pensavo che tu fossi un giornalista.
Lui pensava che io fossi un giornalista. (infatti scriveva: Oddio, ho sempre pensato che quelli come te rovinano l’immagine della stampa del nostro settore, ma questo e’ un altro discorso.)
Gli ho spiegato di no. Dopo che l’ha saputo, non ha cambiato atteggiamento, anzi ci deve essere rimasto più male.
Il destino, come sappiamo, è dotato di una certa ironia: questo signore ha scritto un libro che si intitola “Comunicazione personale e collaborazione in Rete“.
Però…c’è un però.
Sebbene ci troviamo in periodo di “guerre sante”, e anche riflettendo su quanto si possa rimanere influenzati dalle continue ventate di violenza verbale e culturale, mi rimane veramente difficile comprendere che un esperto dichiarato di telematica, che scrive anche libri probabilmente interessanti, oltretutto una persona senz’altro matura e ammodo, passi il proprio tempo a “rincorrere” per la rete persone che secondo il suo personalissimo concetto sono dannose per l’umanità cablata, e insultarle appena può. Un’occupazione neanche facile, come potete immaginare, ancorché non retribuita.
Con il tempo, tuttavia, sono arrivato alla conclusione che sia inutile porsi certe domande. Chissà, forse è statistica: chi ha molti amici virtuali sulla rete, deve avere almeno un troll per ristabilire l’equilibrio. Forse dovrei sentirmi “onorato” anche se in realtà ne farei volentieri a meno.
In ogni caso, c’è chi condivide lo stesso “nemico pubblico”: questo signore, infatti, sembra mostrare lo stesso “apprezzamento” anche verso Massimo Mantellini.. il che mi fa piacere, considerando la stima che ho per il suddetto. L’eventuale impegno di “denigrarci” lo deve porre di fronte a dilemmi esistenziali: a Mantellini preferisce “lavorarlo” nei commenti al suo blog, a me magari sulle mailing list. De gustibus..
L’ultimo caso è infatti accaduto proprio in una mailing list: “Blog-O-sfera“, gestita da Mafe De Baggis, amica telematica (ex Tribook, oggi Maestrini per caso), ed alcuni dei post sopra riportati sono stati presi da questa lista.
Il terreno di scontro prediletto dai troll, in effetti, è proprio quello delle liste di discussione. Per quanto riguarda le liste, io, come forse anche altri “vecchi” di internet (in senso di utilizzo, che state lì a far battute!) seguo una scuola di pensiero abbastanza diffusa e collaudata.
Grosso modo ci sono 2 grandi categorie di mailing list:
– le non moderate
– le moderate
Le liste ad accesso aperto sono in generale sempre moderate. Il motivo è facilmente comprensibile: i casi in cui arriva qualcuno che non sa o non vuole rispettare la netiquette o la policy di lista sono sempre stati diffusissimi, e il più delle volte questi generano flame cioè “fiammate” di litigi o insulti. Ma spesso basta un semplice richiamo per far tornare la calma. Solo nei casi più recidivi è necessario estromettere una persona ma sempre dopo aver inviato molti messaggi di avviso, spiegazione, e chiarimento. Insomma ci sono delle “regole di moderazione” molto chiare e semplici, a cui io mi rifaccio. Qualcuno potrà obiettare che non abbia titolo per pontificare su questo e forse ha anche ragione, ma prima dovrebbe considerare che io sono “nato” telematicamente sulla rete internazionale Fidonet, per chi se le ricorda, e che sono stato moderatore delle liste Windows.Ita e Os2_*.Ita, per diversi anni, e sono stato e tuttora sono moderatore della lista Ipertesti di MC-link. Non esattamente liste “facili”, comunque frequentate da centinaia se non migliaia di persone, dove la lista si chiama di “discussione” e non di “litigio”.
Ma al di là di questi aspetti se vogliamo “filosofici”, ci sono considerazioni pratiche che ben definiscono questi comportamenti: in un sistema ad azione e reazione come una lista pubblica, un’azione come quella di un flamer genera almeno 2 reazioni distinte. La prima è quella di non far capire niente a chi segue, e la seconda è quella di far passare la voglia a chi scrive. L’effetto peggiore che ha un provocatore nelle liste, infatti, non è quello di “far rimanere male qualcuno”, ma di influenzare negativamente la discussione. Spesso dopo l’intervento di un provocatore la discussione si inaridisce, si fossilizza su aspetti secondari, o, peggio, si blocca del tutto.
D’altronde anche ignorare un troll non serve a niente. Anzi in genere si trasforma in un errore, prima di tutti verso gli iscritti, e poi anche verso lui stesso il quale non assumerà mai un atteggiamento corretto nei confronti della discussione e alla prima occasione ne approfitterà per ricominciare da capo a generare flame o litigi, pensando di rendersi così interessante. L’afflusso di nuovi iscritti renderà, tra l’altro, perfettamente inutile che la lista abbia “memoria” del suo atteggiamento negativo.
Naturalmente, dovrebbe essere anche nella sensibilità e nell’esperienza di chi queste liste le gestisce comprendere che personaggi del genere vanno riportati alla ragione, valutando modi e tempi dei “richiami”.
Tornando alla lista “Blog-O-sfera”, era ovvio che di fronte all’ennesimo attacco del nostro, non riuscissi neanche ad iniziare la discussione sul tema introdotto, che era peraltro il destino della lista stessa ed eventuali affinità o associazioni con Blogcafé (la lista, o il sito, o entrambi). La discussione è stata, per me, a tal punto inficiata dai suoi interventi che ho preferito andarmene, dalla lista.
Peccato, avrei potuto leggere interventi seri e riflessioni di interesse su quest’argomento, cosa che, mi sembra non sia potuta accadere.
Ma dopotutto, anche la mia era una sorta di provocazione.. Ma, quando non ho ricevuto alcun invito a ripensarci da parte della tenutaria della lista (da altri si’, però) ho avuto la sensazione che non le dispiacesse più di tanto avere un iscritto in meno, mai quanto un amico.
Poco male, le persone come me sono poco accondiscendenti, questo è vero. Io in una mailing list preferisco trovare la discussione, non gli insulti, desidero leggere opinioni, non il cicaleccio di chi sta lì magari solo per provocare zizzania. E non voglio pensare che la mia iscrizione a quella lista potesse fungere da giustificazione per il suo declino e la sua cattiva gestione. In fondo, tutti abbiamo un progetto, no?
9 thoughts on “Epistemologia del troll”
Fai come i greci: prendila con filosofia.
Non vale la pena, prendersela per queste cose.
Oooh, i commenti ora funzionano. Giustini, non montarti la testa, non odio te e neppure mantellini.
Di te, critico il modo con cui hai aperto una lista inutile e l’hai gestita male. Stop. Di te non so altro, come hai visto, neppure che non sei un giornalista. E fattene una ragione, non sara’ mica la fine del mondo…
Del Mante critico il suo scrivere da grande opinionista, che di fatto pero’ ragiona sempre e solo per pre-giudizi e senza documentarsi, e il suo ritenersi, con il suo blog, superiore allo mondo tutto, per capacita’ di fare informazione. Il che, ovviamente, non e’.
Entrambi avete due cose in comune: 1) nessuna umilta’ e 2) totale incapacita’ ad accettare una critica senza sentirvi _personalmente_ aggrediti per chissa’ quale complotto.
Detto questo, ti ringrazio per questo bel temino che hai scritto su di me. Carino, in fondo, fa tenerezza.
Se dovessi darti la pagellina, pero’, guarda che come tanti confondi il flaming con il trolling… un errore da matita rossa. Studia, e torna piu’ imparato la prossima volta.
Ciao, Fabio.
Met, il tuo ragionamento sarebbe bellissimo se non fosse per un piccolo particolare: a te che importa se Giustini ha aperto una lista inutile e l’ha gestita male, se Mantellini scrive da “grande opinionista che ragiona solo con pre-giudizi”, se io me ne frego di quello che vuole la gente e li “obbligo” a fare come voglio io? Vabbé, nel mio caso si può discutere (non qui, grazie) se è vero che io obbligassi alcunchì, ma per il resto mi pare che sia un problema loro, non tuo. Lo fai presente una volta, magari argomentando e non sparando giudizi a tua volta, e amen.
(e in fin dei conti un flamer è un tipo di troll)
il troll, come il flamer, si riconosce con un paio di occhiate: il carburante di queste bestioline (che fuori dalla rete si chiamerebbero “mitomani” et similia) sono gli utenti poco avvezzi che danno loro corda. io resto convinta che la miglior difesa è ignorarli: a furia di chiacchierare a vuoto, anche il peggiore si avvizzisce e tace:)
Non ti curar di loro, ma guarda e passa.
Mau, che un flamer sia un tipo di troll e’ una tua opinione personalissima e contraria a quanto sostengono tutti gli autori che ho letto (e sono ormai parecchi). Come dice l’assessore Cangini: “Te mi fai invidia…” 😉
In compenso, chi si trova per le mani un flame a cui non riesce a ribattere, grida subito al troll e procede alle espulsioni oppure si ritira offeso sull’aventino.
Quanto al mio rompere le palle, sulle liste suddette su cui Giustini ha fatto casino c’ero anche io e come utente, se non ti dispiace, ho tutto il diritto di protestare.
Per Mante, infine, per me rispondere alle sue accuse contro i beceri giornalisti tradizionali e’ piu’ che altro un gioco, pero’, anche qui, visto che io sono un becero giornalista, mi sento in pieno diritto di intervenire. E mi pare anche utile che pure i watch dog (o wanna be tali) abbiano a loro volta qualcuno che segnala le loro cazzate. Perche’ ne fanno e ne scrivono anche loro, eccome…
E tu, invece, come mai ti senti sempre tirato in mezzo, anche dove non c’entri per nulla?
😉
Ciao a tutti, Fabio.
Un pezzo? Ma se su Manteblog mi commenti sempre…
La definizione che riporti per il troll e’ corretta, ma quella del flamer e’ diversa, cerca meglio. E magari, dato che il docuverso non e’ fatto solo da da Internet e da Google, leggiti qualche libro, che male non fa mai…
Se vuoi leggere il mio, sul flaming c’e un paragrafo dedicato. Ti riporto la sua chiusura:
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Locke, infine, nel Cluetrain Manifesto (Levine, Locke, Searls e Weinberger, 2001) ricorda con nostalgia i tempi in cui i flame erano frequenti e normalmente accettati, con lunghe battaglie che spesso erano molto feroci ma che costituivano un’arte di alto intrattenimento e avevano il vantaggio di fare piazza pulita delle banalità e dei luoghi comuni. Oggi si è perso un certo senso di raffinatezza, spiega Locke, con una conclusione che condivido in pieno.
***
Ciao, e anche tu, come Giustini, studia e la prossima volta torna piu’ imparato. Fabio.
beh, “A troll is deliberately crafted to provoke others with the intention of wasting their time and energy”, “One who calls other people names, insults their intelligence, mother, background, etc.”.
(ho fatto una ricerca con termini flamer, while, troll; questo è il risultato)
Trovo comunque interessante una certa discrasia nel tuo ragionamento: quando sei tu l’utente “se non ti dispiace, ho tutto il diritto di protestare”, mentre se sono io il lettore mi chiedi come mai “ti senti sempre tirato in mezzo”. Dire che era un pezzo che non commentavo quello che dicevi…
Ribadisco che il linkare La Pizia e Selvaggia, nonchè affiliarsi a Google vale 400.000.000.000 di punti in meno (ed il counter si incrementa con il passare dei giorni). Anyway…visto che io cito spesso sia te sia Mantellni e nessuno di voi due ha mai: 1. linkato me 2. citato me 3. risposto ai miei commenti…direi che l’individuo in questione mi sta piuttosto simpatico.