Kierkegaard entra dal gelataio.
Commesso: “Buongiorno. Desidera?”
Kierkegaard: “Vorrei un gelato. Alla fragola. No, aspetti. Al limone. No, scusi, menta. Oddio, c’è anche la stracciatella… Allora, no facciamo che fragola andava bene. Cono. No, scusi, coppetta. No cono. Al limone. Senta, decida lei. No, scusi, decido io. No, decida lei. (Comincia ad ansimare in preda ad una crisi di panico). Allora, facciamo limone e fragola. No, meglio menta e fragola. Nella coppetta. Decida lei. No, decido io. No, decida lei. Senta, facciamo così: lasciamo decidere a Dio.”
Dio: tace.
Kierkegaard “A posto così.” Ed esce fischiettando, contento, senza gelato.
Platone entra dal gelataio.
Commesso: “Buongiorno, desidera?”
Platone: “Una coppetta da due euro, cioccolato, amarena e menta.”
Il commesso lo serve. Platone mangia, sbuffando di quando in quando.
Commesso: “C’è qualcosa che non va?”
Platone: “Guardi… Non vorrei offenderla… Questo gelato non è male… Però, come quelli che mangiavo nell’iperuranio… Vabbè, fa lo stesso.”
Lascia il gelato a metà e se ne va, triste e deluso.
Nietzsche entra dal gelataio.
Nietzsche entra dal gelataio.
Nietzsche entra dal gelataio.
Ad libitum.
Sant’Agostino entra dal gelataio.
Commesso: “Buongiorno. Desidera?”
Sant’Agostino: “Dunque, vorrei una vaschetta di gelato da un chilo, grazie. Solo cioccolato.”
Il commesso lo serve. Sant’Agostino si siede e comincia a mangiare avidamente. Finita la vaschetta, si getta in terra, in preda a crampi allo stomaco e fitte alla testa.
Sant’Agostino: “Oddio! Oddio, come mi pento di aver mangiato tutto quel gelato!”
Improvvisamente i dolori cessano. Sant’Agostino ringrazia ed esce.
Schopenauer entra dal gelataio.
Commesso: “Buongiorno. Desidera?”
Schopenauer: “No.”
Esce.
Socrate entra dal gelataio.
Commesso: “Buongiorno. Desidera?”
Socrate: “Un frappè alla banana.”
Il commesso lo serve. Socrate si siede. Improvvisamente entra una torma di persone che gli si siede attorno mentre sta bevendo. Uno comincia a tastargli le gambe.
Commesso: “C’è qualcosa che non va?”
Socrate: “Piacerebbe saperlo anche a me. Va avanti da un po’, ‘sta storia. Comincia ad essere fastidioso.” Si alza e se ne va, con la folla a seguirlo.
Zenone entra dal gelataio.
Commesso: “Buongiorno. Desidera?”
Zenone: “Mah, guardi, avevo un appuntamento con Achille qui davanti, due ore fa. L’ha mica visto?”
Plotino e Pitagora entrano dal gelataio.
Commesso: “Buongiorno. Desiderano?”
Entrambi, in coro: “Una vaschetta da un chilo di gelato. Per una festa.”
Commesso: “Quanti gusti vi metto?”
Plotino: “Uno”. Pitagora: “Dieci”
I due si fissano per un istante, e poi litigano uscendo dalla gelateria.
Hegel entra dal gelataio.
Commesso: “Buongiorno. Desidera?”
Hegel: “Una coppetta tre gusti. Fiordilatte… cioccolato… e stracciatella.”
Esce con la coppetta.
Arriva Feuerbach, che gli prende la coppetta, gliela butta e per terra all’urlo di “Hegel culo!” e corre via.
Umberto Eco entra dal gelataio.
Commesso: “Buongiorno. Desidera?”
Eco: “Sono un personaggio di una scenetta breve in cui si scherzano i filosofi.”
Voltaire e un amico entrano dal gelataio.
Commesso: “Buongiorno. Desiderate?”
I due ordinano. Il commesso li serve.
Amico di Voltaire: “Questo è il gelato più buono al mondo. Non riesco a immaginare un gelato più buono.”
Voltaire: “Non diciamo cazzate.”
Blaise Pascal e un amico entrano dal gelataio.
Commesso: “Buongiorno. Desiderate?”
Pascal: “Scommetti che mi mangio una vaschetta da un chilo in 3 minuti.”
Amico: “Devi smetterla con queste scommesse. C’è un limite a tutto.”
Da fuori, Giordano Bruno: “Sicuri?”
Aristotele entra dal gelataio.
Commesso: “Buongiorno. Desidera?”
Aristotele: “M’ero preparato una risposta comica, ma non me la ricordo più. Oh, beh, prima o poi salterà di nuovo fuori.”
Leopardi entra dal gelataio.
Commesso: “Buongiorno. Desidera?”
Leopardi ordina. Il commesso lo serve. Leopardi fissa il gelato.
Leopardi: “Non sarà mai buono come pensavo.”
Esce sconsolato.
Charles Bukowsky entra dal gelataio.
Commesso: “Buongiorno. Desidera?”
Bukowsky vomita per terra e se ne va.
Due commessi gelatai stanno chiaccherando in attesa di clienti.
Ad un certo punto, uno dei due vede arrivare da lontano Marcel Proust.
Commesso 1: “Oh, no… arriva Proust!”
Commesso 2: “E allora?”
Commesso 1: “Lascia stare… Quello mangia un gelato, gli parte la nostalgia e t’attacca un bottone sui vecchi tempi che non finisce più.”
George Orwell sta per entrare in una gelateria, quando vede che ci sono telecamere di sorveglianza. Scappa urlando e si nasconde dietro un cassonetto della spazzatura, dove lo sta aspettando Aldous Huxley, che gli dice: “Cosa t’avevo detto???” e giù LSD.
Sartre non va dal gelataio perché ha la nausea.
Stephen King entra dal gelataio.
Ma non era una gelateria. Era una manifestazione concreta del Male.
Raymond Queneau entra dal gelataio.
Raymond Queneau entrò dal gelataio.
Il gelataio entra da Raymond Queneau.
Raymond Queneau s’introduce in un gelativendolo.
Ho visto Raymond Queneau. Andava dal gelataio.
Raymond Queneau entre chez la gelaterìe.
Raymond Queneau, famoso scrittore degli inizi del novecento, entra, ovvero passa l’uscio, da un gelataio, ovvero un venditore di un prodotto fresco e gustoso.
Era Queneau. Entrava. Dal gelataio.
Soggetto: Queneau. Azione: entrare. Luogo: il gelataio.
“Bene,” pensò Raymond Queneau. “Un gelataio. Ho proprio voglia di entrarci.”
H.P. Lovecraft entra in una gelateria.
Ha un inquietante dialogo col commesso.
Ordina dei misteriosi gusti, ad un prezzo inenarrabile. Il commesso torna nel retro, e prima che la porta si chiuda Lovecraft intravede qualcosa di spaventoso.
Poi esce e si siede su una panchina disturbante, a mangiare il suo gelato e leggere il Necronomicon.
Alessandro Manzoni entra correndo in una gelateria.
Manzoni (affannato): “Avete visto mia moglie???”
Commesso: “No.”
Manzoni: “Mi può battezzare?”
Commesso: “No.”
Manzoni: “Grazie comunque.”
Esce di corsa.
James Joyce entra in una gelateria che fastidio questo col cellulare caldo dove cosa devo mangiare e i commessi che guarda quella lì che gonna con sì vorrei vedere gormiti che i bambini mi danno fastidio devo pagare due euro coppetta da 3 gusti menta gelato cioccolato dolce un po’ salato menta stracciatella no stracciatella qui non è buona menta fiordilatte panna no panna sì fragola fragola menta panna quella con la gonna se n’è andata sì grazie no domani rate da pagare libro da scrivere.
Pirandello entra in una gelateria.
Da lontano fischia un treno. Pirandello si da’ un colpo sulla fronte, come a ricordarsi improvvisamente qualcosa, e corre fuori.
Entrano sei personaggi, e non lo trovano.
Diego Armando Maradona entra dal gelataio.
Commesso: “Buongiorno, desidera?”
Maradona: “Una coppetta cioccolato e menta, grazie.”
Commesso: “Subito. Sa, è curioso che venga lei… Di solito arrivano scrittori o filosofi.”
Maradona: “Già.” Paga ed esce.
Tomas Hobbes sta leggendo un libro. Entra correndo suo figlio.
Figlio di Tomas Hobbes: “Papà, papà, oggi è la festa del papà! Ti voglio bene!”
Tomas Hobbes (con sguardo distaccato) “No. Ti sbagli. Ti sono semplicemente utile. Come tu sei utile a me in qualche modo. Non ti voglio bene. Perchè ho fatto un figlio così stupido? Vai a giocare coi lupi, aborto malriuscito!”
Socrate cammina mani dietro la schiena, cappello in testa, verso uno scavo per lavori.
Lavoratori: “Oh, Cristo, arriva di nuovo quello là…”
Socrate: “Buongiorno!”
Lavoratori: “Buongiorno!”
Socrate: “Come mai scavate?”
Lavoratori: “Eh, c’è una perdita.”
Socrate: “Perchè?”
Lavoratori: “Eh, s’è forato un tubo del canale di scolo…”
Socrate: “Perchè?”
Lavoratori: “Eh, si dev’essere usurato.”
Socrate: “Perchè?”
Lavoratori: “Eh, ci passa acqua tutti i giorni… La ruggine, l’erosione…”
Socrate: “Perchè?”
Lavoratori: “Senti, Socrate, beviti un po’ sto frappè che t’abbiamo preparato. Alla menta. Tutto d’un sorso mi raccomando.”
Socrate si siede e beve. Arriva la torma di persone, gli tastano le gambe. Socrate non risponde.
[i credits vanno a un certo John Baez, che l’ha condivisa come nota su FB]
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