Forse uno dei motivi per cui nell’età adulta ci sentiamo molto più annoiati di quando si è piccoli è che si smette di imparare. Non perché si sappia a sufficienza, ma ci si accontenta del minimo necessario, magari anche per fatica e impegni e tempo, così che le cose diventano sempre le solite cose.
Una volta ho letto questa frase, non mi ricordo più dove, ed anche la ricerca con Google non porta risultati. Forse era un testo su carta, chissà..
Nel consueto post di auguri natalizi, auguro di continuare ad imparare. Questo è il mio augurio sia per me, che da quasi un paio d’anni sono impegnato anche nell’insegnamento, sia per chi studia e per chi lavora – dove, come sanno bene i miei amici e colleghi nell’informatica e nella comunicazione, imparare ed aggiornarsi non è un passatempo o un hobby: è necessario. Comunicazione, peraltro, che sta diventando il mio settore di riferimento professionale, oltre che didattico.
Auguro a tutti di essere più comunicativi, di non aver paura delle piattaforme sociali, frequentatele! E ripeto il mio mantra che dico sempre a lezione: aumentate la vostra capacità critica, anche comprendendo le differenze di significato nelle relazioni telematiche ed aumentate.
Per quanto riguarda il mio 2012.. beh, a parte le varie problematiche note (maldistomaco, ma non solo), il numero di impegni sta letteralmente esplodendo: fra poche settimane vi parlerò del grande evento TEDx – ViaDellaConciliazione che sto organizzando insieme al team dell’ateneo (col quale ho condiviso già molte cose belle, ad esempio il fantastico HTML 5 Day). Per i progetti personali, LG Post, il giornale di curated news che esiste anche su Paper.li, che prima o poi vorrei lanciare in una forma più professionale, e poi c’è sempre BETA nel cuore (e non solo mio): chissà se prima o poi riuscirò davvero a trovare i tempi e i modi giusti per metterla di nuovo in marcia, rinnovata. Una cosa per volta.
Alla ricerca del modo per combinare di più e meglio, ho preso intanto seriamente le metodologie Getting Things Done di David Allen, e ho scoperto the Present Principle, l’utile paper di Claire Diaz-Ortiz (Lead of Innovation a Twitter) che aiuta a districarsi nella difficile arte del fare-molte-cose ─ si suppone: bene. Ho riattivato un blog dormiente che avevo su Typepad (prima o poi dovrò chiedere al mio psicologo perché sospendo solo temporaneamente le mie cose online: paura della morte? Attaccamento alle proprie cose? Scritturossessione? Vanità?), e l’ho rinominato “The Morning Express“. Il testo è in inglese. Morning perché è il tema della metodologia, ed Express è il terzo step della strategia del Present (leggete il suo ebook, non ve ne pentirete). Dovrebbe essere un diario giornaliero, nel metodo: ci proviamo. Forse qualcosa di buono uscirà fuori. Gli americani sono molto più concreti di noi europei su queste cose (e su altre), mentre noi ci perdiamo in un’infinità di chiacchiere per spaccare il capello in quattro.
Beh, con questo auguro a tutti un 2013 pieno di serenità. Ne abbiamo bisogno (e concludo con un motto che mi piace molto).
“La cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili.”
─ William Burroughs.