Luciano Giustini ragionamenti a lettere..

La storia col K

Sono tornato mercoledì scorso da S.Giovanni Rotondo, non senza aver prima sbagliato strada. Anche
quest’anno sono stato al paese di mia madre, ho
rivisto con immenso piacere tutti gli zii, le zie, i cugini e le
cugine.. e relativi bambini (che già diventano ragazzini). Mentre qui il sottoscritto sta combattendo la muffa (spesso neanche troppo metaforicamente), il resto della
famiglia giustamente si allarga. E non volevo dire che in Puglia si mangia tanto :).

L’evento forse più significativo di quest’estate, a livello politico, è stata la morte di Francesco Cossiga. Un uomo che nel bene e nel male ha incarnato la prima Repubblica, i suoi compromessi, e le sue contraddizioni. Era una persona che si amava o si odiava, ma ha contribuito a far luce su un fatto: la repubblica italiana non è “buona”, e non può essere guidata col buonismo. Questo denota la tremenda mancanza di autocontrollo e di rispetto degli italiani moderni, e mi fa sempre pensare al motto “Governare gli italiani non è difficile: è inutile”.

L’intervista di Alain Elkann (in occasione del libro “Italiani sono sempre gli altricontrostoria d’Italia da Cavour a Berlusconi“) andata in onda sullo speciale che gli ha dedicato La7 risale alla fine del 2007 e sicuramente è tra le cose da rivedere per capire l’uomo e il politico Cossiga, la sua enorme e profonda conoscenza della storia. Cossiga era una miniera di
informazioni, di dati e di aneddoti da far paura.. con una lucidità
nell’analisi della politica e del paese Italia (prima e dopo l’unità)
impressionante.

Ecco alcuni stralci dell’intervista:

Gli italiani sono gli altri?
Quando un italiano si adira con un altro italiano – il che è normale, perché noi siamo il paese dei Guelfi e Ghibellini, dei Cerchi e Donati, dei bianchi e neri…(…)
Un paese che minaccia, critica continuamente il governo?
Gli italiani sono per natura contro il governo in carica!
Si, ma poi vogliono che duri..
Vogliono che dura, ma senza averne la responsabilità loro..

Interessante assai pare la suddivisione dei politici
italiani (sia ex-democristiani sia non) in due categorie: quelli educati in Parrocchia e…gli altri.

A Silvio Berlusconi gli ho detto: guarda che tu rischi di vincere le elezioni (all’epoca c’era il governo Prodi, NdR), e ti trovi con tutti i problemi dell’attuale governo, ma con una differenza: mentre Prodi è stato educato, come me, in parrocchia, quindi.. (ride) riesce a menar tutti per il bavero.. tu no. Lui mi dice “ma io sono stato educato dai salesiani!”.
E’ cosa diversa, gli rispondo!
Cioè?
La parrocchia è la parrocchia…! Nella parrocchia si riflette la politica e la diplomazia di 2000 anni della Chiesa – che non perde mai..
Questo significa che Prodi in realtà è bravo?
Educato in parrocchia! Non centra la… questa è una categoria speciale.
Tu immagina che ha mandato una calda lettera di complimenti a Veltroni…. Dici “ipocrita”.. No! Educato in parrocchia! (sorride)
(si parla di Veltroni, del suo rapporto con Prodi).
Se Veltroni si mette a fare il braccio di ferro con Prodi… non viene più rieletto neanche consigliere comunale. Poi, Prodi sta cominciando a scocciarsi… dice “Chi me lo fa fare?”
(ancora sulla possibile successione nel PD) Veltroni sa tutto di nulla, e nulla di tutto…
(sui politici italiani, elenca quelli “parrocchiani”): Pisanu, come me, e poi Casini (Pierferdinando), educato in parrocchia e (sottolinea e) anche nella giovane Democrazia cristiana…! Più di così…


Nel resto dell’intervista:

Ma..siamo nei guai? E’ un momento difficile per il paese questo?
Ma l’Italia…non c’è mai stato un momento che non sia stata nei guai!
Quindi, ordinaria amministrazione..
Ma si, certo. Beh, veramente, se noi fossimo un altro paese, sarebbero, i dirigenti, tutti disperati..
Ma questo non fa crescere il paese.
E
perché dobbiamo crescere? Ma scusa… Il paese dei Visconti, dei
Gonzaga, della Repubblica Veneta, della Repubblica di Genova, del
Papato…perché deve crescere? Rimane com’è…! L’Italia è una grande
nazione. Non ci dobbiamo mettere in testa di essere anche una grande
potenza economica, militare, politica, perché non lo siamo.
Cosa siamo?
Una grande nazione! Non ci dobbiamo dare arie da grande potenza..
Insomma non ci dobbiamo preoccupare..
Non
ci dobbiamo preoccupare più di tanto perché siamo italiani… Se non
fossimo italiani eccome se ci dovremmo preoccupare… (sorride).

2 thoughts on “La storia col K”

Comments are closed.